Oggi, l’Albergo dei Poveri a Napoli ha ospitato un’importante tavola rotonda incentrata sulla questione abitativa e sul concetto di cohousing. Questo evento ha portato all’attenzione gli attuali problemi legati all’accentuato fabbisogno di case nelle città , soprattutto a causa dell’inurbamento progressivo che modifica la demografia e la distribuzione della popolazione. L’incontro ha visto la partecipazione di relatori significativi del settore per discutere le sfide che riguardano la creazione di contesti abitativi inclusivi e accessibili.
Le sfide dell’accentramento urbano
Il fenomeno dell’accentramento urbano si manifesta con forza nei grandi centri metropolitani, dove la densità abitativa continua a crescere. Questo porta non solo a un aumento della domanda di abitazioni, ma anche a un conseguente spopolamento delle aree interne. Le conseguenze di questo squilibrio demografico sono rilevanti, sia dal punto di vista sociale che economico. Infatti, le città sono sempre più abitate da una popolazione giovane e attiva, mentre le zone rurali e meno popolate rischiano di diventare desolate.
Durante la tavola rotonda, è emerso che per affrontare questa situazione è indispensabile rivedere le politiche abitative esistenti. Ci si è concentrati sulla necessità di proporre strategie che incoraggino la creazione di comunità condivise, dove la cooperazione e la partecipazione dei cittadini siano centrali. Questi nuovi modelli abitativi non solo aiuterebbero a far fronte alla carenza di alloggi, ma fornirebbero anche una risposta alle esigenze sociali delle comunità . Per rendere popolare il concetto di cohousing è fondamentale sensibilizzare la popolazione riguardo ai benefici che esso può portare, sradicando preconcetti e resistenze.
Il ruolo delle istituzioni e degli esperti nel cohousing
L’incontro è stato inaugurato dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il quale ha sottolineato l’importanza del cohousing come strumento per migliorare le condizioni abitative nelle aree urbane. Anche il professor Giulio Sapelli, esperto in Storia Economica, ha offerto una panoramica utile sul tema, ponendo l’accento sull’interconnessione tra economia e spazi abitativi.
Tra i relatori, Francesca Benciolini ha illustrato le iniziative del Comune di Padova relative alle politiche abitative, mentre Javier Burón ha condiviso l’esperienza della Nasuvinsa in Navarra, evidenziando come la società pubblica di edilizia residenziale possa contribuire efficacemente al benessere abitativo. Andrea Catarci, dal Comune di Roma, ha parlato della visione della città dei 15 minuti, un progetto innovativo orientato alla creazione di comunità coese e ben strutturate.
Altri relatori significativi come Emily Clancy e Paola Delmonte hanno messo in luce l’importanza delle politiche abitative a livello locale e regionale. In particolare, la Clancy ha discusso di come le politiche per l’abitare debbano abbracciare una visione più ampia per includere aspetti sociali e ambientali. Pierfrancesco Maran, membro della Commissione Europea, ha concluso la serie di interventi sottolineando come sia essenziale che le normative europee supportino e incentivino modelli abitativi sostenibili.
Conclusioni sull’importanza della condivisione spaziale
Il dibattito si è arricchito di spunti operativi e visioni pratiche che intendevano esaminare il futuro del cohousing e la gestione dell’abitazione nelle città . L’enfasi è stata posta sull’importanza di garantire che l’accessibilità non sia solo un semplice obiettivo, ma una realtà concreta per tutti. La creazione di spazi condivisi, che incoraggino interazioni sociali e supportino una convivenza pacifica, è oggi più che mai una priorità da perseguire in modo collettivo.
Questo incontro ha sottolineato il valore della cooperazione tra le varie istituzioni e settori coinvolti, paventando una nuova era in cui le politiche abitative diventano un fulcro centrale per lo sviluppo delle comunità urbane. Con un approccio proattivo e integrato, le città mangiano così le fondamenta per costruire un futuro abitativo più giusto e sostenibile.