Riforma della Lega Serie A: assegnata alla FIGC una battaglia tra fronte rigido e morbido

Il 4 novembre si svolgerà un’importante Assemblea Straordinaria della Federazione Italiana Giuoco Calcio , dove la Lega Serie A sarà chiamata a discutere una proposta di riforma avanzata dall’organo federale. Questa proposta ha sollevato preoccupazioni tra i club di Serie A, che sembrano determinati a opporsi. Il clima teso all’interno della Lega ha portato alla formazione di due fazioni distinte, ognuna con un approccio diverso verso la riforma e le sue implicazioni per il futuro del calcio italiano.

Il dibattito interno alla Lega Serie A

All’interno della Lega Serie A, si sta delineando un conflitto di visioni riguardo la proposta di riforma della FIGC. Da un lato troviamo il gruppo di club rappresentato da Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, e Claudio Lotito, presidente della Lazio, che intendono spingere per una revisione profonda delle regole vigenti. La loro linea di pensiero è orientata verso una richiesta di maggiore autonomia per la Lega, ritenuta indispensabile per affrontare le sfide contemporanee del calcio italiano, inclusi i problemi di governance e di redditività.

Dall’altro lato, emerge il fronte mediato, capeggiato da Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan, al quale si sono uniti altre prestigiose squadre come Inter e Juventus. Questo schieramento sembra più propenso a giungere a un compromesso piuttosto che a una modifica radicale. L’approccio soft, come è stato definito, sembra cercare soluzioni che possano mantenere un equilibrio tra le esigenze dei club e quelle della FIGC, peccando però di ambizione rispetto alle aspirazioni di coloro che desiderano un cambiamento vero e proprio.

Questa spaccatura non è solamente una questione di opportunità legate alla riforma, ma si traduce in una competizione per il potere decisionale all’interno della Lega. La volontà di alcuni club di spingere per una riforma più incisiva potrebbe risultare esaustiva dal punto di vista delle intese, mentre la linea morbida rischia di riportare il tutto a una gestione degli affari più tradizionale e limitata.

Le dinamiche delle alleanze tra i club

La questione della riforma ha portato a un rimescolamento delle alleanze all’interno della Lega Serie A. La collaborazione tra club tradizionali e quelli considerati ‘piccoli’ ha visto alcuni passaggi strategici, con una maggioranza che sembra inclinarsi verso l’idea di un accordo, ma con lati poco chiari rispetto a reali cambiamenti.

Il blocco composto da Inter, Juventus, Atalanta e il Monza di Galliani sta cercando di rafforzare la propria posizione proponendo di mantenere un dialogo aperto con la FIGC. La richiesta di autonomia, quindi, non rappresenta più il faro principale delle loro politiche, facendo emergere un’impostazione meno aggressiva. Questo schieramento può contare su altri club come Bologna e Udinese, che sembrano evitare le fratture interne per cercare di mantenere un’immagine di stabilità e di cooperazione.

D’altra parte, De Laurentiis, sebbene deciso a non mollare, trova di fronte a sé non solo la resistenza dei club ma anche la possibilità che alcuni membri della sua stessa alleanza possano optare per un accordo al ribasso. Questa eventualità, sebbene deleteria per le aspirazioni del suo gruppo, rifletta un mercato calcistico in continua evoluzione, dove le esigenze di cooperazione e sopravvivenza possono prevalere su ideali più alti.

Possibili conseguenze sul futuro del calcio italiano

Il risultato dell’Assemblea Straordinaria del 4 novembre potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro del calcio italiano. L’eventuale approvazione della proposta di riforma potrebbe determinare il modo in cui i club gestiscono le loro operazioni e il rapporto con la federazione. La possibilità di un compromesso potrebbe essere vista come un passo tutto sommato rimarchevole, ma che nella prassi si tradurrebbe in una sostanziale continuità delle attuali problematiche.

Seizone questo clima di tensione, ci sarà da osservare attentamente le mosse di De Laurentiis e dei club ad esso affini. In caso di un dietrofront, la risposta di quei club che cercano un cambiamento significativo potrà influire sull’approccio futuro della Lega nei confronti di riforme più ambiziose. La sfida della governance nel calcio italiano presenta dunque sviluppi in divenire, che andranno seguiti con particolare attenzione nei prossimi giorni e settimane.

Published by
Filippo Grimaldi