I Campi Flegrei respirano finalmente un’aria di rinnovamento grazie alla riforma delle concessioni balneari, un cambiamento atteso da tempo che pone fine a una lunga serie di contenziosi con Bruxelles. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che stabilisce le nuove regole per la gestione delle concessioni demaniali, evitando il rischio di un deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea. Questa riforma rappresenta un passo significativo non solo per i concessionari, ma anche per le amministrazioni locali e per la gestione sostenibile delle risorse costiere.
Il nuovo decreto legge segna l’inizio di una fase di rinnovamento e di stabilità per le concessioni balneari. Attualmente, le concessioni esistenti sono estese fino a settembre 2027. Questa proroga serve a garantire un periodo di transizione, consentendo alle amministrazioni locali di avviare le gare per nuove concessioni. Il termine stabilito per l’avvio delle gare è fissato a tre mesi prima della scadenza delle concessioni attuali, quindi entro giugno 2027.
Le nuove concessioni avranno una durata variabile, da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni. Questa tempistica è stata definita per consentire ai concessionari di recuperare gli investimenti effettuati nel corso delle precedenti gestioni, garantendo loro un flusso di reddito costante, fondamentale per il sostentamento economico delle loro famiglie e dei lavoratori coinvolti.
Il governo ha messo in evidenza l’importanza di garantire sicurezza economica ai concessionari balneari, molti dei quali dipendono in gran parte dai ricavi generati da queste concessioni. La previsione di una durata adeguata delle nuove concessioni è stata concepita per dare alcune garanzie a chi opera nel settore, facilitando l’amortizzazione degli investimenti effettuati e mantenendo l’occupazione.
Una delle novità di maggiore rilievo contenuta nel decreto è l’adozione di un sistema di indennizzo per il concessionario uscente. Questo indennizzo, dovuto dal nuovo concessionario, è calcolato sulla base del valore dei beni ammortizzabili non ancora ammortizzati e dell’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Questo meccanismo è stato pensato per tutelare gli interessi di chi, dopo anni di gestione, cede il proprio diritto, assicurando un equo compenso per il valore acquisito.
Per i prossimi bandi, sono stati stabiliti anche criteri specifici per la valutazione delle offerte. Si considera prioritario che le aziende partecipanti dimostrino di aver detenuto una concessione balneare come principale fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare negli ultimi cinque anni. Questo approccio potrebbe favorire il mantenimento delle imprese storiche nel settore, evitando un’eccessiva concorrenza da parte di nuovi entranti privi di un legame consolidato con la comunità locale.
La riforma sta raccogliendo consensi anche da parte delle associazioni di categoria dei balneari che hanno contribuito con suggerimenti e richieste al governo. Tuttavia, alcuni rappresentanti del settore hanno espresso il desiderio di un ulteriore allungamento del periodo di gara per le concessioni, auspicando una proroga fino al 2028. Questo riflette la preoccupazione diffusa per la continuità operativa e la stabilità economica nel settore balneare, contribuendo a garantire che i piccoli operatori non siano svantaggiati rispetto a concorrenti più grandi.
La riforma delle concessioni balneari nei Campi Flegrei segna dunque una fase cruciale, promettendo di fornire chiarezza e sicurezza per i concessionari come per le comunità locali.