Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha espresso la necessità di modificare lo Statuto attuale durante un’assemblea straordinaria dedicata alla riforma. Casini sostiene che il regolamento vigente non rifletta l’importanza e il peso effettivo della massima categoria calcistica italiana. Le sue dichiarazioni pongono l’accento su un momento cruciale per il futuro del calcio professionistico, sottolineando l’urgenza di un cambiamento che garantisca maggiore efficienza e equità nelle decisioni che riguardano la Serie A.
Le proposte di modifica per un cambio di rotta
Nel suo intervento, Casini ha spiegato che la Lega Serie A ha presentato una proposta di modifica dello Statuto, riprendendo in larga parte quella avanzata dal presidente della FIGC. La proposta della federazione, infatti, viene segnalata come una base su cui la Lega ha costruito la propria richiesta, salvaguardando tuttavia le specifiche esigenze della Serie A. Casini ha evidenziato che la versione federale include disposizioni che riguardano “esclusivamente” la Serie A, creando timori rispetto a possibili decisioni prese a livello di FIGC che non tengano conto delle necessità della massima serie. In particolare, il presidente della Lega sottolinea l’importanza di rimuovere il termine “esclusivamente” per garantire un processo decisionale più equo e condiviso.
Queste modifiche sono ritenute essenziali non solo per tutelare gli interessi della Serie A, ma anche per garantire una rappresentanza adeguata all’interno degli organi decisionali del calcio italiano. Casini ha evidenziato il rischio che le decisioni importanti possano essere influenzate dalle esigenze di categorie professionistiche più basse, compromettendo così l’autonomia e l’autorevolezza della Serie A.
Rappresentanza e pesi elettorali: la questione cruciale
L’argomento dei pesi elettorali è un altro punto cruciale sollevato da Casini. Attualmente, i documenti presentati dalla Lega prevedevano una quota di rappresentanza pari al 20% per la Serie A, corrispondente a cinque consiglieri. Tuttavia, la proposta revisionata della federazione riduce questa percentuale al 18% e solo quattro consiglieri. Casini ha espresso il proprio dissenso riguardo a questa modifica, affermando che fornisce una rappresentanza insufficiente per la Serie A, che riveste un ruolo di primaria importanza nel panorama calcistico italiano.
Questa situazione, secondo Casini, dimostra la necessità di riconsiderare l’assegnazione dei pesi elettorali, al fine di rispettare il valore e la crescita della serie calcistica, che convoglia una significativa parte degli introiti e dell’attenzione mediatica nel calcio italiano. La proposta di riforma, così come modificata, non affronta adeguatamente le esigenze dei club della Serie A, portando a una conflittualità interna e rendendo difficile un vero sistema di intesa che possa rappresentare equamente gli interessi di tutte le categorie professionistiche.
La questione del diritto d’intesa
L’ultimo tema trattato da Casini riguarda il diritto d’intesa, un concetto che presuppone il riconoscimento di uno status specifico per la Serie A, chiaramente in relazione al suo ruolo all’interno del circuito calcistico italiano. Il presidente della Lega ha evidenziato l’importanza di garantire che eventuali decisioni importanti per la Serie A non possano essere assoggettate a veti incrociati provenienti da altre leghe. Casini ha chiarito che una formulazione inaadeguata comprometterebbe la possibilità per la Serie A di far valere le proprie esigenze, e, in caso di assenza di unanimità, non sarebbe possibile apportare alcun cambiamento significativo.
In un contesto in cui la Serie A rappresenta una parte fondamentale dell’economia del calcio italiano, con un impatto notevole sulle entrate derivanti dai diritti TV, dai sponsor e dall’affluenza del pubblico, la necessità di una riforma realmente efficace diventa sempre più urgente. Casini conclude affermando che è essenziale che la Serie A possa preservare la propria autonomia decisionale per continuare a promuovere il calcio professionistico in modo adeguato, evitando blocchi e conflitti che impediscano il progresso e l’innovazione nel settore.