Riforme e criminalità: il procuratore Gratteri avverte sugli effetti devastanti dell’amnistia

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La situazione della giustizia in Italia è al centro di un acceso dibattito, con il procuratore della Repubblica di Napoli, NICOLE GRATTERI, che solleva preoccupazioni riguardo alle recenti riforme proposte dal governo. Gratteri sostiene che le misure come l’amnistia potrebbero avere conseguenze gravi, alimentando possibili rivolte nelle carceri e indebolendo l’autorità dello Stato nei confronti della criminalità organizzata. Questo articolo esplora le dichiarazioni del procuratore e le problematiche legate alla sicurezza in carcere, analizzando le richieste di cambiamenti urgenti nel sistema giudiziario e penitenziario italiano.

La posizione di Nicola Gratteri sulle riforme

Le preoccupazioni sull’amnistia

Negli ultimi mesi, il procuratore Gratteri ha costantemente messo in guardia il governo riguardo agli effetti potenzialmente disastrosi delle riforme del Ministro della Giustizia, CARLO NORDIO. Secondo Gratteri, queste riforme non solo limiterebbero le capacità operative delle forze di polizia e degli inquirenti, ma contribuirebbero anche ad una rendita nei confronti della criminalità organizzata. In particolare, il procuratore si è espresso contro le discussioni parlamentari riguardanti amnistie e indulti, ritenendole questioni estremamente delicate e pericolose.

Durante una recente conferenza stampa, ha sottolineato che l’eco di annunciate misure di clemenza alimenta sentimenti di instabilità all’interno delle carceri. Le popolazioni detenute, insoddisfatte da promesse non mantenute, potrebbero quindi sentirsi giustificate a insorgere, visto il clima di incertezza e provocazioni che queste discussioni portano con sé. Gratteri puntualizza che l’approccio attuale potrebbe risultare in un miglioramento effimero della situazione, senza affrontare le cause profonde della criminalità o la gestione adeguata del sistema penale.

I ritardi nella costruzione di nuovi penitenziari

Un altro punto critico sollevato da Gratteri riguarda il lento progresso nella costruzione di nuovi penitenziari. Il procuratore ha espresso forte disappunto per il fatto che ogni proposta di costruzione o ristrutturazione vada incontro a ritardi significativi, con una risposta ricorrente che afferma serviranno almeno sette anni per ogni nuova struttura. Questa stagnazione non è solo un problema strutturale; rappresenta anche un ostacolo in termini di capacità di gestire la continua sovrappopolazione delle carceri italiani, un tema che influisce direttamente sulle condizioni di detenzione e sulla sicurezza pubblica.

Il problema dei telefoni in carcere

Le difficoltà nel controllo della tecnologia

Un’altra questione cruciale sollevata da Gratteri è il continuo problema dell’uso di telefoni cellulari da parte dei detenuti. Nonostante i numerosi tentativi di confiscazione, il procuratore stima che ci siano circa cento telefoni in ogni carcere, strumenti che consentono ai detenuti di comunicare liberamente tra loro e di effettuare operazioni illecite. Come esempio, ha citato casi di detenuti che inviano video di feste e celebrano eventi tramite i social media, il che non solo rappresenta una violazione della legge, ma mette in luce la vulnerabilità del sistema carcerario attuale.

Le proposte di inibitori di frequenza

Gratteri ha ripetutamente avanzato la proposta di installare jammer, o inibitori di frequenza, in strutture penitenziarie, specialmente in quelle di massima sicurezza, per limitare l’uso illecito di telefoni cellulari. Tuttavia, queste richieste non sono state prese in considerazione, secondo quanto riportato dal procuratore. Le autorità competenti hanno giustificato questa decisione con il rischio per la salute dei detenuti e il fatto che gli agenti di polizia penitenziaria potrebbero aver bisogno di comunicare tramite cellulare, una condizione di lavoro che, secondo Gratteri, non corrisponde alla realtà delle strutture, dove le comunicazioni avvengono prevalentemente attraverso linee fisse.

L’appello al governo

La necessità di un cambiamento urgente

In sintesi, le preoccupazioni espresse da Gratteri evidenziano non solo l’urgenza di un intervento governativo nel campo della giustizia, ma anche la necessità di rivedere l’assetto attuale del sistema penitenziario italiano. Il ricorso a misure di clemenza, senza una pianificazione strategica che tenga conto della realtà sul campo, potrebbe ulteriormente compromettere l’ordine pubblico e l’efficienza dell’amministrazione della giustizia. Gratteri, con le sue denunce e raccomandazioni, pone dunque l’accento sulla responsabilità del governo nel prendere decisioni che abbiano un impatto reale e positivo per la sicurezza e la legalità nel paese.

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