Il Centro Italia sta vivendo una fase cruciale per la sua rinascita, dopo il devastante terremoto del 2016-2017 che ha ridotto in macerie migliaia di edifici. Questo processo di ricostruzione non si limita alle sole infrastrutture, ma si estende a una profonda rigenerazione sociale, economica e culturale delle comunità colpite. Durante la presentazione del volume “Mediae Terrae. Dopo il terremoto: la rinascita dell’Italia centrale oltre la fragilità del territorio“, il Commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, ha sottolineato l’importanza di un approccio olistico a questa tragedia. Il libro, in uscita la prossima settimana, offre spunti per una nuova visione sul futuro di un’area così ricca di storia e biodiversità.
L’anteprima di “Mediae Terrae” si è tenuta in un contesto importante, presso lo stand della Regione Lazio durante la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri, più liberi“. Alla presentazione hanno partecipato non solo Guido Castelli, ma anche il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e l’editore Francesco Giubilei. Quest’ultimo ha scelto di utilizzare l’immagine del suggestivo altopiano di Castelluccio per la copertina del libro, simboleggiando l’interconnessione tra uomo e natura, fortemente influenzata dal contesto storico e culturale della zona.
La presenza di Giuli ha conferito ulteriore rilevanza all’evento. Il Ministro ha condiviso la sua esperienza con Castelli, paragonando le sfide affrontate come amministratore pubblico con i temi trattati nel volume. Tra questi, l’emergenza dello spopolamento delle aree interne e l’urgente necessità di rivitalizzare i borghi, non solo per recuperare un passato glorioso, ma per costruire un’idea moderna e sostenibile dell’Appennino, capace di abbracciare sia innovazione che tradizione.
Guido Castelli ha discusso il tema della ricostruzione, che ha affrontato numerose difficoltà prima di trovare un nuovo impulso. “Dopo molte false partenze, il processo ha segnato un cambio di passo e sta diventando un laboratorio per la rinascita dell’intero Centro Italia,” ha affermato. Questa fase è stata definita come il più grande cantiere d’Europa, sul quale si innestano innovazione, sicurezza e sostenibilità, trasformando l’Appennino centrale in un simbolo di continuità e resilienza.
È essenziale che gli interventi di ricostruzione non siano solamente volti al recupero delle strutture, ma anche alla creazione di un habitat contemporaneo. La trasformazione delle comunità richiede un approccio che unisca le necessità immediate con una visione a lungo termine, capace di riportare l’attenzione sulle potenzialità del territorio, anche in un contesto di cambiamenti climatici e crisi demografica.
Nel libro di Castelli, emerge chiaramente la necessità di affrontare sfide contemporanee come l’innovazione e l’adattamento alle nuove tecnologie. L’autore sottolinea l’importanza di integrare l’agricoltura di precisione e la rivoluzione digitale nel tessuto economico della regione, per ridare slancio ai borghi dell’Appennino centrale. Castelli delinea un quadro in cui i nove capitoli del volume si concentrano sia sulla ricostruzione fisica che su strategie di rigenerazione, mirando a tracciare un percorso per il futuro.
L’analisi non riguarda solo gli edifici e le abitazioni, ma si estende a una dimensione più ampia: si tratta di ridisegnare il concetto stesso di comunità, rendendola attuale e sostenibile nel contesto odierno. Questo approccio lungimirante è fondamentale per evitare che il territorio si appiattisca nella nostalgia, mentre invece è portatore di un’identità viva e pulsante, capace di convivere tra le radici storiche e le aspettative future.