A Posillipo, uno dei quartieri più affascinanti di Napoli, la riqualificazione della Fontana degli Incanti segna un passo significativo per il recupero del patrimonio storico e culturale della città. Dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, i lavori di restauro hanno finalmente riportato alla luce le caratteristiche originarie della fontana, arricchita ora dalla presenza dei leoni di pietra, ritrovati dopo decenni. Questa trasformazione rappresenta un’importante iniziativa per migliorare l’area di piazza Salvatore Di Giacomo, diventata un punto nevralgico per residenti e turisti.
Il restauro della Fontana degli Incanti è frutto di un’accurata collaborazione tra diversi servizi comunali, tra cui il Servizio Arredo urbano e mobilità sostenibile, il Servizio Arte e beni culturali, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli. Dopo quarant’anni di assenza, i leoni di pietra sono stati ricollocati, dando nuova vita a un monumento che versa in una condizione di degrado da troppo tempo. Oltre alla restituzione della scultura iconica, i lavori includono la valorizzazione dell’impianto di irrigazione e la sistemazione del verde circostante, rendendo la piazza non solo più bella, ma anche più fruibile per la comunità.
Il progetto di restauro si è concentrato anche su altri aspetti funzionali della piazza, come la sicurezza e l’accessibilità. È previsto il rifacimento dell’illuminazione e della pavimentazione, affinché l’area possa diventare un punto di ritrovo, promuovendo interazioni sociali e eventi culturali. L’inserimento di spazi verdi, un tempo occupati da giostrine per bambini, riflette un’attenzione particolare al benessere dei cittadini e dei visitatori, restituendo alla piazza un’atmosfera maggiormente vivibile e accogliente.
Dopo circa un anno di interventi, la Fontana degli Incanti è attesa con impazienza, pronta a zampillare nuovamente, rievocando i fasti di un passato ricco di storia e significato.
La Fontana degli Incanti, progettata nel XVI secolo dall’architetto Giovanni da Nola su impulso del viceré Pedro de Toledo, ha una storia affascinante, ricca di aneddoti e eventi che ne hanno segnato il corso. Inizialmente collocata in piazza dell’Olmo, nella zona tra le attuali piazza Bovio e piazza Municipio, ha subìto molteplici spostamenti e restauri nel corso dei secoli. Dalla sua danza tra storie di splendore e devastazione, il monumento è emerso come un simbolo della resilienza del patrimonio artistico napoletano.
La fontana ha subito ingenti danni durante i rivoltosi tumulti guidati da Masaniello, nel XVII secolo, ma ha trovato rinnovata vita grazie a interventi di restauro. Nel 1834, l’architetto Pietro Bianchi, ben noto per i suoi progetti monumentali come la basilica di San Francesco di Paola, ha attuato una completa ricostruzione della fontana, restituendole nuova dignità.
Il trasferimento dell’opera a piazza Salvatore Di Giacomo all’inizio del XX secolo ha permesso di preservarne l’importanza storica e culturale. La fontana deve il suo nome ai legami leggendari che la circondano; si narra, infatti, che una potentissima strega utilizzasse l’acqua di questa sorgente per i suoi incantesimi. A ciò si unisce l’appellativo “Cöccövàja“, derivato dallo stemma del viceré scolpito sulla fontana, che richiamava alla mente una civetta, simbolo di saggezza e mistero.
Questo monumento rappresenta un tassello cruciale nella scacchiera della storia di Napoli, un simbolo che unisce il passato al presente e che grazie ai recenti lavori di restauro avrà l’opportunità di rinascere e continuare a raccontare la sua storia.