Riscoprire le tradizioni culinarie natalizie italiane: un tuffo nel Natale del 1964

L’arte gastronomica italiana ha da sempre un legame indissolubile con le tradizioni natalizie. Attraverso le pagine di riviste storiche come “La Cucina Italiana”, è possibile rivivere l’atmosfera festosa degli anni del boom economico, scoprendo quali piatti venivano serviti sulle tavole italiane nel Natale del 1964. Riflettendo sulle usanze alimentari di quel periodo, emerge un ricco patrimonio gastronomico che continua a influenzare le celebrazioni contemporanee.

Antipasti e piatti freddi tra passato e modernità

Emblema di un’epoca è la gelatina di scampi, un antipasto che, sebbene associato spesso agli anni Ottanta, ha le sue radici nelle tavole degli anni Sessanta. Questo aspic di pesce, non solo delizioso ma anche decorativo, veniva solitamente presentato con una cornice di uova sode, creando un piatto di forte impatto visivo. La preparazione della gelatina di scampi è il simbolo della cucina raffinata e dell’innovazione del tempo, riflettendo i cambiamenti nella sociologia alimentare avvenuti durante il miracolo economico italiano. Il concetto di portare in tavola piatti elaborati e raffinati rappresentava una sorta di status symbol.

In aggiunta, il Natale del 1964 ha anche visto l’emergere di un altro stuzzicante antipasto: il pane in cassetta farcito. Sebbene nel 2024 si diffondano i “sando” giapponesi, nel 1964 si utilizzava un pane in cassetta, riempito di diverse salse e ripristinato nella forma originale, un richiamo alla modernità degli antipasti di quel periodo. Questi piatti, dalle radici storiche, hanno mantenuto intatta la loro popolarità grazie alla loro versatilità, continuando a essere presenti nei party odierni.

Primi piatti: tra tradizione e creatività

Il primo piatto del Natale del 1964 racconta una storia di ricchezza e creatività. Le tagliatelle in tortiera, un piatto che si colloca a metà tra uno sformato e una frittata di pasta, si contraddistinguono per la loro insolita preparazione. Condite con un sugo a base di fegatini e cuori di pollo, rappresentano un abbinamento audace per i gusti dell’epoca. In questo piatto, ingredienti come cipolla, prosciutto, burro e pomodoro creano un profilo gustativo complesso, che riflette le tendenze gastronomiche del periodo.

Non possono mancare, poi, i tortellini, che a Natale si servono asciutti e arricchiti da una cremosa salsa alla panna. Questo accostamento, spesso criticato, rappresenta un’interpretazione moderna di un piatto tradizionale. In un nido di pasta brisée, i tortellini rivelano un ripieno abbondante e delizioso, a base di prosciutto crudo, salsiccia e parmigiano. La conoscenza e l’evoluzione di questo piatto in particolare ci portano al 1965, anno in cui nasce la Dotta Confraternita del Tortellino, che formalizza la ricetta autentica del ripieno tradizionale bolognese.

Secondi piatti: il lusso dei sapori

Un Natale senza un volatile ripieno cotto al forno è semplicemente impensabile. Tra i piatti principali del menù natalizio del 1964 spicca il tacchino farcito, preparato con una farcia ricca di marroni, salsiccia e pancetta. La preparazione di questo piatto richiedeva un impegno notevole, con cinque ore dedicate alla sua elaborazione, nel vero spirito delle feste. La meticolosità con cui veniva cotto rifletteva la ricerca della perfezione culinaria, rappresentando un vero e proprio trionfo di sapori.

Anche il filetto al forno con verdure trova il suo posto tra le portate principali, con la qualità della carne esaltata da una salsa al cognac e contorni di verdure. Il cavolfiore al forno, presentato come un piatto di carne, completa il menù, un esempio di come anche i contorni possano assumere una dimensione più elaborata e fantasiosa.

I dolci: innovazioni e tradizioni

Infine, il dessert non può essere trascurato. Prima dell’onnipresenza del panettone, i dolci natalizi erano vari e creativi. Tra le proposte dell’epoca troviamo il gelato caldo, una meringa con un cuore di gelato al cioccolato. Il suo nome può ingannare, poiché il gelato non viene effettivamente riscaldato, ma è solo il tempo brevissimo di cottura della meringa a conferirgli un’inconfondibile croccantezza e colore.

Queste ricette storiche raccontano non solo di un modo di mangiare, ma di uno stile di vita e delle aspirazioni di un’intera generazione, che cercava di esprimere attraverso la cucina un senso di modernità e ricchezza. Un viaggio culinario nel Natale del 1964, quindi, non è solo una riscoperta di piatti, ma anche una finestra aperta su un’epoca che ha segnato profondamente la cultura gastronomica italiana.

Published by
Valerio Bottini