La scelta della parola dell’anno da parte dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani rappresenta un momento significativo di riflessione sulla società. Per il 2024, la parola selezionata è “rispetto“, che assume un valore simbolico in un periodo caratterizzato da tensioni e conflitti. Questa decisione non è solo un riconoscimento linguistico, ma un invito a considerare il significato profondo di questa parola e il suo ruolo cruciale nei rapporti interpersonali e sociali.
Ilaria Gaspari, scrittrice e filosofa, ha espresso le sue opinioni riguardo alla scelta della parola dell’anno. In una dichiarazione rilasciata all’ANSA, ha sottolineato l’importanza di “rispetto non solo come un semplice termine, ma come un augurio per un futuro migliore,” auspicando che il suo significato possa amplificarsi nel 2025. Nel contesto attuale, contrassegnato da episodi di violenza e guerre, Gaspari osserva come il rispetto possa fungere da antidoto alla crescente aggressività presente nella società.
La scrittrice spiega che l’aggressività è spesso una reazione a emozioni più profonde, come la collera e la rabbia. Tuttavia, la vera essenza del rispetto si manifesta nella capacità di vedere l’altro come un soggetto a pieno titolo, “riconoscendo la propria umanità” piuttosto che considerarlo un oggetto da sfruttare. Questo riconoscimento è fondamentale per costruire relazioni empatiche e significative.
Il discorso di Gaspari si arricchisce di riflessioni etimologiche, evidenziando come “rispetto” derivi dal latino “respicere”, che significa “guardare indietro”. Questa interpretazione suggerisce l’importanza di un passo indietro nella comunicazione con gli altri, per poterli vedere nella loro totalità. Secondo Gaspari, questo atto di considerare una persona nella sua complessità è cruciale, e richiede una distanza emotiva che permetta una percezione più chiara e completa.
Il rispetto non è solo un atto di benevolenza, ma implica anche un processo di ponderazione e riflessione. Questa condizione di calma permette di distaccarsi dalla reattività e dall’emotività eccessiva, portando a interazioni più armoniose. Un approccio che può risultare particolarmente utile in situazioni conflittuali o quando le emozioni sono elevate.
Nella conversazione, Gaspari rileva come il termine “rispetto” venga spesso usato in maniera superficiale, come nel caso delle frasi “con tutto il rispetto“, che si usano per giustificare azioni o commenti poco rispettosi. La scrittrice, che ha scritto anche su temi emotivi, invita a rivalutare il significato di questa parola e a considerare anche l’importanza dell’empatia.
Il rapporto dell’OCSE sulle difficoltà di lettura, che segnalano una crisi non solo nella comprensione dei testi, ma anche nelle relazioni interpersonali, mette in evidenza come la società spesso fallisca nel riconoscere l’altro. La mancanza di empatia porta a un isolamento emotivo e alla difficoltà di connettersi con il prossimo, “alimentando insicurezze e conflitti.”
Attingere all’arte e alla letteratura può invece rinvigorire la capacità di sentire con gli altri, liberandoci da paure e incertezze. Gaspari sostiene che attraverso un’interpretazione artistica del mondo si possano trovare le chiavi per una comunicazione più profonda e autentica.
Secondo Gaspari, il 2024 si presenta come un anno particolarmente difficile, segnato da una crisi profonda e da conflitti che pesano sulle vite delle persone. La violenza e i conflitti attuali, spesso amplificati dai social media, creano una distanza tra gli eventi e la nostra percezione di essi. Questa difficoltà a immaginare un futuro migliore può influenzare in modo significativo la psicologia collettiva.
La scrittrice sta attualmente lavorando a un nuovo romanzo, portando avanti una riflessione che unisce la narrativa alle questioni sociali e culturali. Questo lavoro non fa che evidenziare la necessità di un dialogo continuo su temi come il rispetto e l’empatia, vitali in un’epoca che sembra sempre più distante da questi valori. In questo contesto, la scelta della parola “rispetto” da parte di Treccani si configura come un segnale da ascoltare attentamente, un invito a riscoprire legami profondi nelle nostre interazioni quotidiane.