Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha avviato un ambizioso progetto di restauro per le tre storiche fontane che ornano il Giardino Orientale. Grazie a un sostegno finanziario erogato da Acquacampania S.p.A., i lavori, della durata prevista di circa 120 giorni, riguarderanno anche la rifunzionalizzazione di questo importante polmone verde che arricchisce l’esperienza di visita del museo, completando il percorso espositivo avviato con il riallestimento del 2016.
Rilancio del giardino orientale
L’intervento di restauro ha come obiettivo non solo di riportare al loro antico splendore le fontane, ma anche di valorizzare il Giardino Orientale come spazio di cultura e aggregazione per il pubblico. Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei, ha sottolineato come il mecenatismo svolga un ruolo cruciale in questo progetto. Grazie a strumenti come Artbonus, ci si propone di unire sostenibilità e rigore museografico, approfondendo le varie fasi storiche che hanno caratterizzato i giardini.
Osanna ha evidenziato l’importanza di studiare il contesto attuale del Giardino, il quale è stato oggetto di diverse trasformazioni nel corso degli anni. Il progetto si ispira all’immaginario ottocentesco che vedrebbe i cortili come spazi espositivi, mentre si esplorerà la funzione del Giardino negli anni ‘900, periodo in cui l’utilizzo degli spazi verdi si è evoluto verso una sempre maggiore integrazione con i percorsi museali.
Dettagli del restauro
La prima fase del progetto prevede un’analisi diagnostica approfondita, seguita dal restauro delle componenti archeologiche e architettoniche delle fontane. Le strutture fontanili sono datate ai primi anni del ‘900 e includono materiali in muratura di mattoni di tufo. Gli interventi mirano a una pulizia effettuata attraverso tecniche fisico-chimiche e meccaniche per rimuovere incrostazioni calcaree e patine biologiche, essenziali per preservare l’integrità delle pietre.
Tale restauro non si limita ai soli aspetti estetici: prevede anche il consolidamento della pietra, il riassemblaggio di eventuali frammenti e la stuccatura delle fratture. Al termine di queste operazioni, sarà applicato un protettivo per prevenire la formazione di nuovi depositi nocivi.
Un aspetto di rilevante importanza in questo intervento è la scelta dei materiali, i quali saranno compatibili con quelli originali, per garantire la conservazione e il rispetto del patrimonio culturale. Questa scelta rappresenta una chiara affermazione della vocazione ecologica del MANN, finalizzata alla protezione dell’ambiente e alla sostenibilità .
Il ruolo del mecenatismo e il lavoro di collaborazione
Mirella Barracco, Presidente dell’Advisory Board del MANN, ha evidenziato l’impegno per la valorizzazione dei giardini storici e l’importanza del bilancio sociale delle istituzioni culturali. La collaborazione tra le diverse entità coinvolte, tra cui Acquacampania S.p.A. e il MANN stesso, sottolinea l’importanza di unire forze e competenze per il bene della comunità .
Anche Stefano Mereu, Presidente di Nepta , ha rimarcato come il supporto a questi progetti di restauro significhi contribuire attivamente alla creazione di valore per il territorio. La preservazione e valorizzazione del patrimonio artistico italiano non è solo un impegno culturale, ma un dovere verso le varie comunità locali che beneficiano di tali attività .
Il Laboratorio di Restauro del MANN, sotto la direzione di Mariateresa Operetto e Manuela Valentini, insieme all’architetto e paesaggista Silvia Neri, coordinerà i lavori, con l’architetto Amanda Piezzo responsabile unico del progetto. Questo team multidisciplinare assicurerà che il restauro avvenga seguendo i più elevati standard di qualità e conservazione, garantendo che il Giardino Orientale rimanga un luogo di bellezza e cultura per le generazioni future.