L’emergenza sociale legata ai ritardi nei pagamenti degli assegni di cura sta sollevando preoccupazione a Pozzuoli, dove un padre si è fatto portavoce di una situazione critica. La denuncia di Attilio Ciucci, residente nel comune campano, evidenzia le difficoltà che molte famiglie stanno affrontando. Questo articolo esplora la sua esperienza, le problematiche burocratiche e le priorità dell’amministrazione locale.
Attilio Ciucci, nato a Napoli nel 1979, è un padre a cui è stata diagnosticata una grave disabilità del figlio, accompagnata da patologie come l’epilessia. Questa situazione ha costretto la famiglia a cambiare radicalmente il proprio stile di vita, dedicandosi completamente alle esigenze del bambino. Nonostante le difficoltà quotidiane, Ciucci ha intrapreso una causa legale per ottenere un supporto economico per la cura del figlio. La Regione Campania, attraverso il comune di Pozzuoli, ha riconosciuto il diritto a una borsa di assistenza, un assegno di cura erogato con una cadenza bimestrale.
Tuttavia, Ciucci ha fatto notare come questo sostegno economico sia spesso soggetto a ritardi significativi. Tale situazione complessa è aggravata dall’inadeguatezza dei servizi di assistenza domiciliare. Le parole di Attilio trasmettono un forte senso di frustrazione, evidenziando come l’assenza di un supporto tempestivo possa avere ripercussioni pesanti sulla qualità della vita della famiglia.
Nel tentativo di risolvere questi problemi, Ciucci ha contattato più volte il sindaco di Pozzuoli, senza ricevere una risposta concreta. Nonostante le richieste incessanti e le sue esperienze di vita diretta con la disabilità, il sindaco sembra essere più occupato con altri impegni, come la gestione delle problematiche legate al bradisismo. Questo suo atteggiamento ha alimentato la sensazione di abbandono da parte delle istituzioni.
Dopo diversi tentativi di comunicazione, Ciucci ha espresso la sua frustrazione nei confronti dei servizi sociali, della Regione e del Comune, i quali si passano la responsabilità per la questione del supporto economico. Da una parte, il Comune punta il dito verso la Regione, mentre quest’ultima rimanda la questione al ministero. Questa mancanza di coordinamento ed efficienza crea non soltanto un ulteriore aggravio per le famiglie in difficoltà, ma anche una netta sensazione di impotenza di fronte a un mondo burocratico spesso lontano dalla realtà quotidiana.
Ciucci ha sollevato una questione fondamentale riguardo la gestione delle finanze pubbliche. All’indomani delle difficoltà legate al pagamento dell’assegno di cura, il padre di Pozzuoli ha fatto notare la contraddizione evidente nella distribuzione dei fondi: mentre ci sono gravi carenze nei servizi di assistenza per persone con disabilità, la Regione ha stanziato una cifra di 500.000 euro per festeggiare il compleanno di Sofia Loren, e 2,5 milioni di euro per un nuovo collocamento. Nonostante l’importanza di tali eventi e investimenti, Ciucci sottolinea come le priorità debbano essere riconsiderate.
La spesa di 300.000 euro per una villetta ai Pisciarelli e ulteriori investimenti per la sostituzione dei lampioni sul lungomare di via Napoli non fanno altro che aggravare il senso di ingiustizia. In una comunità dove le necessità emergenti dovrebbero avere la precedenza, i cittadini si ritrovano a chiedere: perché le risorse non vengono allocate per sostenere i più vulnerabili tra noi? Queste dinamiche evidenziano un conflitto tra le scelte politiche e le reali esigenze della popolazione.
Il caso di Attilio Ciucci non è isolato. La sua lettera rappresenta la voce di molte famiglie che, come lui, hanno dedicato la propria vita alla cura di un familiare con disabilità, e chiedono giustizia. La speranza di una risoluzione rapida e efficiente non deve essere solo un desiderio; è un diritto di ogni cittadino che vive nel rispetto delle leggi e contribuisce al benessere della comunità tramite le proprie tasse. Ciucci auspica che la propria testimonianza faccia riflettere le istituzioni competenti affinché vengano attuate politiche più eque e un immediato miglioramento nell’erogazione dei servizi essenziali.
Ciucci non è un giudice né un accusatore, ma un cittadino con un appello fondamentale: chiedere che sia fatta luce su una situazione inaccettabile. La sua invocazione ai funzionari pubblici è un invito a considerare le priorità della comunità, ponendo la dignità e le necessità delle persone con disabilità al centro delle decisioni politiche. Solo così si potrà costruire un futuro migliore e più giusto per tutti.