Panoramica sulla Rivolta dei Comuni
Nel mezzo della spending review, i Comuni si ribellano alla modalità con cui vengono distribuiti i tagli, definendo la decisione del Mef “assurda”, “paradossale” e “irragionevole”. Il presidente dell’Anci denuncia che il provvedimento mette a repentaglio la gestione delle opere pubbliche e contraddice lo spirito e le finalità del Pnrr.
La polemica sui tagli ai Comuni
Il parametro di assegnazione dei tagli scritto nella bozza di decreto attuativo del ministero dell’Economia, pubblicato sul *Sole 24 Ore, innalza la tensione tra gli enti locali. Metà dei tagli è calcolata in base alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione entro il 2023, con gli enti con più progetti finanziati che subiscono tagli maggiori. Quest’anno i Comuni, le Città e le Province devono fare i conti con 250 milioni di tagli, parte di un piano che arriva a 1,25 miliardi entro il 2028, salvo eventuali incrementi nella prossima manovra.*
Le reazioni e le tensioni politiche
Il Ministero per il Pnrr, insieme ai ministri dell’Economia e dell’Interno, ha ricevuto una lettera critica da parte dei vertici di Anci e Upi, manifestando dissenso sul meccanismo elaborato dal Mef. La discussione promette di diventare incandescente anche all’interno del Governo, mettendo in luce le discrepanze nella gestione dei tagli e la complessità della situazione economica nei Comuni.