Nella giornata di ieri, Roma è stata teatro di una massiccia manifestazione organizzata dal Comitato Docenti di Sostegno . Questo evento ha riunito migliaia di insegnanti specializzati, rappresentanti da tutte le regioni italiane, e ha visto la partecipazione di figure istituzionali attive nel settore della scuola. Sostenuta dai sindacati Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Gilda, la protesta è stata l’occasione per sollevare preoccupazioni riguardo alle recenti decisioni del governo in merito alla formazione dei docenti di sostegno.
Le preoccupazioni sollevate dal comitato docenti di sostegno
Il coordinatore nazionale del Cds, Alessio Golia, ha espresso forti preoccupazioni riguardo all’orientamento del governo di avviare corsi di specializzazione attraverso l’Istituto Indire. Golia ha sottolineato che questa manovra, priva di un’adeguata pianificazione territoriale, potrebbe esacerbare la già difficile situazione dei docenti di sostegno, soprattutto nelle graduatorie del Centro-Sud Italia. Qui, infatti, si trovano aree saturate che contano migliaia di insegnanti non occupati, una situazione che potrebbe portare a un aumento della precarietà lavorativa nel settore.
Golia ha insistito sull’importanza di una programmazione oculata a livello nazionale, che consideri le necessità specifiche dei vari territori. La sua richiesta è chiara: è necessario un cambio di rotta, affinché i futuri decreti attuativi non aggravino la situazione attuale. Il coordinatore ha riposto fiducia nelle politiche del ministro Giuseppe Valditara e degli altri responsabili ministeriali, auspicando che si prenda atto delle problematiche evidenziate.
Chiarimenti dal dipartimento istruzione della lega
Dall’altro lato, la voce del Dipartimento Istruzione della Lega, rappresentata da Mario Pittoni, ha risposto alle critiche mosse dai docenti di sostegno. Pittoni, ex presidente della commissione Cultura al Senato, ha definito i corsi Indire 2025 come una forma di sperimentazione. Questi corsi sono stati pensati per migliorare la qualità della preparazione degli insegnanti di sostegno con esperienze pregresse, mirando a ridurre le difficoltà legate a costi e tempi di specializzazione.
Pittoni ha chiarito che la necessità di questa innovazione proviene direttamente dai docenti, che denunciano da tempo procedure lunghe e dispendiose. Tuttavia, ha puntualizzato che è essenziale gestire questa transizione senza creare conflitti tra le varie categorie di insegnanti, come quelli che hanno completato cicli di Tfa sostegno. L’autonomia universitaria conferisce alle istituzioni la responsabilità di soddisfare le esigenze specifiche del mercato del lavoro; tuttavia, Pittoni ha riconosciuto che ci sono ostacoli legati alla centralizzazione delle politiche educative nazionali.
Verso una soluzione inclusiva
La situazione dei docenti di sostegno in Italia richiede una risposta pronta e adeguata. Le istanze espresse dal Comitato Docenti di Sostegno e le osservazioni propagate dal Dipartimento Istruzione evidenziano l’esistenza di un problema più ampio, che riguarda non soltanto la formazione degli insegnanti, ma anche la qualità del percorso educativo per gli studenti con disabilità . È fondamentale superare le divisioni e creare un dialogo costruttivo, in modo da garantire un ambiente formativo solidale e professionale, al fine di garantire a ogni studente le migliori opportunità di crescita. Mentre le autorità competenti continuano a studiare queste problematiche, il futuro dei docenti di sostegno e degli studenti dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide attuali con saggezza e visione a lungo termine.