La manifestazione nazionale di oggi, 14 dicembre, ha visto la partecipazione di circa 50.000 persone a Roma, unite contro il ddl sicurezza ritenuto un attacco diretto ai diritti civili e alla libertà di espressione. Con il motto “A pieno regime contro ddl paura“, i manifestanti hanno sfilato attraverso le strade della capitale, portando alla luce le loro preoccupazioni riguardo a un provvedimento legislativo che, secondo loro, rischia di trasformare l’Italia in un regime autoritario.
Dietro il grande striscione che ha dato inizio al corteo, i manifestanti hanno esibito una gigantografia della premier Giorgia Meloni che bacia Mussolini, un chiaro riferimento alle paure suscitate dalla direzione politica attuale. Le bandiere di movimenti come la CGIL, Arci e Cobas hanno sventolato accanto a quelle palestinesi, richiamando l’attenzione sull’unità e solidarietà tra diverse battaglie sociali e politiche.
Gli organizzatori della Rete nazionale “No a ddl Sicurezza”, che rappresenta circa 200 realtà da ogni angolo d’Italia, hanno già annunciato che questa non è che una prima tappa. “Non ci arrendiamo, questo è solo l’inizio”, hanno affermato dal camion di apertura del corteo, sottolineando l’importanza del diritto di protesta e di manifestare. Hanno espresso il loro timore che il ddl in questione possa portare a una criminalizzazione preventiva di ogni forma di dissenso, rappresentando uno dei peggiori attacchi ai diritti fondamentali da parte dello Stato.
Tra i partecipanti spiccava Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra , che ha raggiunto il corteo per sostenere la causa dei manifestanti. Durante il suo intervento, ha denunciato la preoccupazione per un progetto legislativo che mira a limitare le libertà civili. “Oggi in piazza ci sono tantissimi contro un ddl della paura e contro una destra che intende cancellare i diritti di libertà e il diritto al dissenso”, ha commentato Fratoianni, esclamando che è fondamentale opporsi a ciò che sta avvenendo. Il suo appello è rivolto al governo e alla maggioranza: “Si fermino“.
Un momento particolarmente toccante della manifestazione è stato il flash mob organizzato da Amnesty International, che ha portato alla ribalta la questione della libertà di espressione. Gli attivisti, inginocchiati con dei cartelli gialli con scritte in nero, hanno messo in evidenza quanto sia cruciale proteggere il diritto di protesta pacifica. Il loro messaggio era chiaro: “Sicurezza? No minaccia alla libertà di espressione“, sottolineando che la vera sicurezza non può prescindere dal rispetto dei diritti fondamentali.
Con il grande striscione che recitava “Proteggere il diritto di protesta“, gli attivisti hanno voluto far capire quanto sia fondamentale mantenere aperti gli spazi di dissenso, specialmente in un momento storico come questo. La loro presenza al corteo ha ricordato a tutti i partecipanti che la lotta per i diritti e le libertà civili deve continuare, in ogni forma e in ogni piazza.