Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha recentemente condiviso preziose riflessioni sul suo rapporto con la Nazionale di calcio belga durante un’intervista esclusiva con il podcast “Amici dello Sport”. In questo dialogo approfondito, Lukaku ha affrontato il tema della sua assenza nelle convocazioni degli ultimi mesi, rivelando non solo il suo desiderio di tornare a indossare la maglia della Nazionale, ma anche di ricoprire un ruolo chiave come leader all’interno della squadra. Le sue parole offrono uno spaccato interessante sullo stato attuale del calcio belga e sui prossimi obiettivi del team.
Lukaku ha espresso una sincera volontà di ritrovare la passione per il calcio internazionale. “Spero di riscoprire la passione di giocare in Nazionale e che il fuoco torni a bruciarmi dentro per il Belgio”, ha dichiarato, mettendo in evidenza il suo attaccamento alla squadra nazionale. Questa affermazione non riflette solo la sua ambizione personale, ma sottolinea anche un’analisi più profonda sulla mentalità e l’approccio della Nazionale. Lukaku ha chiarito le sue motivazioni nel decidere di concentrare le sue energie sulla sua carriera al Napoli, lasciando comunque la porta aperta per un possibile rientro in Belgio.
L’attaccante ha delineato chiaramente quale sia il suo obiettivo a lungo termine: il Mondiale del 2026. “Il prossimo obiettivo col Belgio è il Mondiale 2026 e sembra ancora lontanissimo”, ha detto Lukaku, rivelando la sua intenzione di tornare in Nazionale con un atteggiamento da leader. Tuttavia, ha anche espresso preoccupazione per la mentalità generale della squadra, affermando che “non posso essere felice se non vinciamo”. Con queste parole, Lukaku invita a riflettere sull’importanza della coesione e del successo a livello collettivo, elementi che ritiene essenziali per il progresso del gruppo.
L’intervista ha preso una piega più emotiva mentre Lukaku ha condiviso un retroscena riguardante i Mondiali del 2022 in Qatar. Ha rivelato di aver vissuto un momento di profonda difficoltà psicologica, affermando: “Per la prima volta in 29 anni il calcio mi ha fatto soffrire”. Le sue emozioni pesanti lo hanno portato a piangere quotidianamente e a sentirsi svuotato, nonostante le apparenze di una vacanza. Questo racconto dimostra un lato vulnerabile del calciatore, che ha dovuto affrontare l’assenza da un torneo così cruciale per il suo Paese.
Lukaku ha raccontato della costante interazione con Thierry Henry, che lo chiamava tre volte al giorno, mentre la sua famiglia si trovava a Milano. La solitudine che avvertiva in quel periodo ha accentuato il suo desiderio di ritornare alla luce del sole, ma ha anche messo a confronto il suo legame con la Nazionale al di là delle sole performance sul campo.
Il nuovo commissario tecnico della Nazionale belga, Domenico Tedesco, ha avuto un ruolo significativo nel ripristinare l’interesse di Lukaku per la Nazionale. L’attaccante ha rivelato che il coach ha manifestato un chiaro bisogno della sua esperienza, spingendolo a riconsiderare la sua decisione di ritirarsi. “Volevo dire addio alla Nazionale, ma lui è arrivato dicendo che aveva bisogno di me, così ho deciso di seguirlo”, ha affermato Lukaku. Questo cambio di leadership potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro del Belgio, e Lukaku sembra pronto a essere parte integrante del processo di rinnovamento della squadra.
Nonostante l’influenza positiva di Tedesco, Lukaku ha reso noto di avere ancora delle incertezze dopo le recenti partite contro Svezia e Germania, evidenziando la necessità di un miglioramento costante nel gioco e nella mentalità della squadra.
Lukaku ha toccato anche la delicata questione relativa a Thibaut Courtois e la sua decisione di lasciare la Nazionale. Secondo il giocatore, la Federazione belga avrebbe dovuto gestire la situazione in modo più oculato, impedendo domande inappropriate ai giornalisti durante le conferenze stampa, poiché l’allenatore aveva già espresso le proprie opinioni sulla vicenda. Lukaku ha sollevato interrogativi su come tali situazioni dovrebbero essere trattate, ritenendo che l’episodio abbia avuto un impatto negativo sulla reputazione e sulla coesione della squadra.
Le sue osservazioni mettono in luce importanti considerazioni sulla comunicazione all’interno della Nazionale e l’importanza di affrontare tali tematiche in modo costruttivo. Lukaku, che nutre un profondo rispetto per il suo Paese, continua a sperare in un futuro luminoso per la squadra, con l’auspicio che i membri della Federazione possano imparare dall’esperienza e affrontare le sfide con maggiore unità e determinazione.