Nel nostro Paese, il quadro riguardante la salute degli adulti rivela preoccupanti tendenze, con un aumento di comportamenti nocivi e una diffusione significativa di stili di vita sedentari. Il 14esimo censimento “I numeri del cancro in Italia 2024“, pubblicato dall’Associazione Italiana Oncologia Medica , ha tracciato un’analisi dettagliata di questi aspetti, evidenziando come il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso, e il 10% è obeso. Non da meno è il dato che mostra come l’18% degli italiani fa un uso di alcol che comporta un rischio per la salute. Inoltre, la sedentarietà ha subito un incremento allarmante, passando dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023.
Nel biennio 2022-2023, il 24% degli italiani di età compresa tra i 18 e i 69 anni fuma, mentre il 17% è un ex-fumatore. Il report mette in evidenza come tra i fumatori, un quarto di loro consumi più di un pacchetto di sigarette al giorno. L’abitudine al fumo si dimostra più comune tra gli uomini, con un tasso del 28% rispetto al 21% delle donne, e risulta accentuata nelle fasce più giovani e tra chi vive nelle regioni del Centro-Sud. La correlazione tra fumo e svantaggio sociale è evidente: ad esempio, il 36% delle persone con difficoltà economiche fuma, rispetto al 21% tra coloro che non ne hanno. Sebbene gli ultimi trent’anni abbiano visto una lenta e costante diminuzione del numero di fumatori, il calo dal 30% al 24% tra il 2008 e il 2023 non basta a frenare i rischi legati all’uso di tabacco, rendendo necessaria l’implementazione di strategie più aggressive per la cessazione.
L’alcol è classificato dalla IARC come “sicuramente cancerogeno per l’uomo”, e il suo consumo è collegato a numerosi tipi di tumore, tra cui quelli al fegato e al seno. Nel 2022-2023, meno della metà degli adulti non consuma alcol, ma il 18% si trova in una situazione di consumo considerato a “maggiore rischio”. Tra questi, il 10% presenta episodi di binge drinking e il 10% consuma alcol prevalentemente fuori pasto. Il report sottolinea che il consumo di alcol è particolarmente frequente tra le classi sociali con maggiore disponibilità economica e istruzione. Tuttavia, emerge anche che solo il 7% degli adulti a maggior rischio ha ricevuto consigli dai professionisti della salute riguardo all’importanza di ridurre il consumo. È evidente che il tema dell’abuso di alcol richiede una maggiore attenzione da parte delle istituzioni sanitarie.
L’analisi aiuta a capire che il 48% della popolazione adulta risulta fisicamente attiva, ma è allarmante constatare che il 28% risulta completamente sedentaria. Questa condizione è più diffusa nelle donne e tende ad aumentare con l’età, passando dal 24% nei giovani al 33% negli anziani . Le evidenze mostrano anche un gradiente geografico: il Sud Italia presenta tassi di sedentarietà del 40%, rispetto al 16% del Nord. Questa tendenza preoccupa, considerando che dal 2008 la sedentarietà è aumentata in tutte le fasce di età e sta crescendo in modo preoccupante soprattutto tra i più giovani. La situazione richiede interventi mirati per incoraggiare uno stile di vita più attivo.
Oltre a queste problematiche, il sovrappeso e l’obesità rappresentano un serio rischio per la salute, associati a malattie gravi e riduzione della qualità della vita. Nel 2022-2023, il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% è obeso. Questa condizione è più comune tra gli uomini e aumenta notevolmente con l’età. Anche in questo caso, il fattore socioeconomico gioca un ruolo cruciale, con il 18% delle persone con difficoltà economiche che presentano obesità, rispetto al 9% di chi non ha difficoltà. Negli ultimi anni, la differenza tra Nord e Sud Italia per quanto riguarda l’obesità si è attenuata, ma la sfida resta cruciale, dato che l’obesità è un chiaro fattore predisponente a diverse patologie, tra cui quelle cardiovascolari.
Sullo sfondo di queste problematiche, il consumo di frutta e verdura rimane insufficiente. Nel biennio 2022-2023, il 52% delle persone di età compresa tra i 18 e i 69 anni consuma solo 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, mentre solamente il 7% segue le raccomandazioni delle Linee guida, ovvero cinque porzioni al giorno. Nonostante questo, il 45% della popolazione consuma almeno tre porzioni al giorno, ma le abitudini alimentari benefiche sembrano maggiormente diffuse tra le donne e correlate positivamente con un livello di istruzione più elevato e una migliore condizione socioeconomica. Risulta lampante che l’educazione alimentare è fondamentale per migliorare lo stato di salute generale della popolazione e conseguentemente ridurre i fattori di rischio sanitario più gravi.