Il calciomercato e le vicende sportive del Napoli continuano a tenere banco tra appassionati e addetti ai lavori. In un’intervista rilasciata a Radio Goal, durante la trasmissione di Kiss Kiss Napoli, Salvatore Caiazza, noto giornalista de Il Roma, ha offerto una prospettiva interessante sull’eredità degli allenatori che hanno segnato la storia recente del club partenopeo.
Maurizio Sarri ha guidato il Napoli dal 2015 al 2018 e il suo impatto è stato decisivo per riportare il club ai vertici del calcio italiano. Con un gioco offensivo e brillante, Sarri ha saputo creare una squadra che ha incantato i tifosi e conquistato il consenso della critica. Durante la sua gestione, il Napoli ha chiuso il campionato 2017-2018 con 91 punti, un risultato che, secondo Caiazza, “avrebbe meritato di essere valutato come uno scudetto, considerando l’eccezionale qualità del gioco espressa dalla squadra.”
Il “Sarrismo”, come è stato etichettato il modello di gioco di Sarri, si è caratterizzato per la ricerca del possesso palla e il rapido scambio di passaggi. Questa filosofia ha non solo esaltato il talento di calciatori come Dries Mertens e Lorenzo Insigne, ma ha anche accresciuto l’entusiasmo attorno al club. Sotto la guida dell’allenatore toscano, il Napoli ha battuto numerosi record, mostrando una continuità di prestazioni che ha portato i tifosi a sperare in un titolo che sfuggì di un soffio in diverse occasioni.
Il passaggio di consegne da Sarri a Luciano Spalletti ha segnato un’altra era, con il tecnico che ha affrontato la stagione 2022-2023 in un clima di rinnovato ottimismo. Grazie a una gestione sapiente e all’ottimizzazione delle risorse a disposizione, Spalletti ha portato il Napoli a conquistare il terzo scudetto della sua storia, realizzando un’impresa che non si vedeva da decenni.
Spalletti ha saputo mixare l’esperienza con la freschezza di giocatori emergenti, implementando uno stile di gioco incisivo che ha reso il Napoli una delle formazioni più temute della Serie A. I suoi metodi di allenamento e la capacità di gestire le risorse umane hanno consentito al Napoli di esprimere un calcio avvincente, che ha conquistato tanto i tifosi quanto la stampa. Tuttavia, Caiazza mette in luce la partenza di Spalletti, sottolineando che “questa scelta non ha sminuito l’importanza del suo lavoro, anzi ha confermato la sua bravura come allenatore.”
L’uscita di Spalletti e la partenza di Carlo Ancelotti prima di lui pongono interrogativi sulla stabilità tecnica del Napoli. Caiazza non sottovaluta le scelte effettuate dai singoli allenatori, ma rileva che “i cambiamenti hanno un impatto profondo sulla struttura e sul futuro del club.” Ogni allenatore porta con sé una visione, una filosofia e un modo di approcciarsi al gioco che, in assenza di continuità, può risultare difficile da integrare nella cultura del club.
Le aspettative dei tifosi e della dirigenza sono cresciute grazie ai risultati ottenuti, ma la questione della continuità rimane un tema caldo. La successione di allenatori di alta caratura, come Sarri, Spalletti e Ancelotti, ha alzato il livello di ambizione, generando anche pressioni non indifferenti su chi siede sulla panchina. Gli appassionati del Napoli auspicano un futuro in cui la dirigenza possa trovare stabilità e permettere a un nuovo allenatore di lavorare su una base solida, per continuare a competere ai massimi livelli.
La storia recente del Napoli lascia trasparire un panorama complesso, fatto di trionfi e rinnovamenti. Sarri e Spalletti resteranno figure centrali nella memoria collettiva dei tifosi, simboli di epoche di grande calcio a Napoli.