A San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, è in corso una complessa operazione di ricerca per ritrovare Agnese Minieri e Giuseppe Guadagnino, dispersi dal 27 agosto dopo che il loro veicolo è stato travolto da un’alluvione nella frazione di Talanico. La presenza del cane Baila, un’unità cinofila unica in Italia per il suo addestramento a percepire tracce di sangue, stimola ulteriori speranze nei soccorritori, nonostante le probabilità di trovarli in vita si assottiglino con il passare delle ore.
Disperse nel fango: la tragedia di Agnese e Giuseppe
L’evento critico e le circostanze
Nel tardo pomeriggio del 27 agosto, un’ondata di maltempo ha colpito duramente il Casertano, provocando frane e esondazioni. Durante questo evento, Agnese Minieri, una donna di 74 anni, e suo figlio Giuseppe Guadagnino, di 42 anni, si trovavano su un’Apecar che è stata sopraffatta da un violento torrente di fango e detriti. A rendere la situazione ancora più drammatica è il fatto che un altro figlio della donna, Raffaele Guadagnino, si trovava nelle vicinanze, ma su un’altra Apecar, e ha vissuto attimi di angoscia, impotente a salvare i suoi familiari.
L’area di ricerca e i mezzi impiegati
Le operazioni di ricerca si concentrano prevalentemente nelle aree colpite dall’alluvione, dove i soccorritori hanno utilizzato mezzi meccanici, gommoni e, in particolare, cani addestrati per il rilevamento di tracce umane. L’utilizzo di tecnologie moderne e metodi tradizionali, come le ricerche a piedi da parte di squadre di vigili del fuoco e forze dell’ordine, è fondamentale in questo contesto, rendendo gli sforzi quanto mai intensi e mirati.
Il ruolo di Baila: l’unità cinofila unica
Il cane Baila e le sue capacità
Baila è un cane da ricerca dei carabinieri, proveniente dall’unità cinofila di Bologna. Questo animale è addestrato in modo specifico per individuare tracce di sangue e corpi senza vita, rendendolo un elemento prezioso nelle operazioni di soccorso in situazioni disperate come quella di San Felice a Cancello. La sua presenza sul campo ha dato nuova linfa alle ricerche, permettendo ai soccorritori di snellire le operazioni e aumentare le probabilità di individuare i dispersi.
Dettagli dell’operazione di ricerca
Le ricerche condotte da Baila e dal suo conduttore avvengono in condizioni difficili, poiché il terreno è instabile e irregolare a causa delle frane. I soccorritori hanno, nei giorni scorsi, intrapreso operazioni di bonifica del canalone, dove è stata rinvenuta l’Apecar distrutta. Ogni progresso, per quanto possa sembrare piccolo, assume un valore significativo. In particolare, un ulteriore pezzo dell’Apecar è stato rinvenuto a breve distanza dal primo ritrovamento, alimentando la fiducia nella possibilità di ritrovare i corpi di Agnese e Giuseppe.
L’umanità dietro la tragedia: il ricordo della famiglia
Il racconto di Raffaele Guadagnino
Raffaele Guadagnino, il fratello di Giuseppe e figlio di Agnese, ha condiviso con i media l’angoscia vissuta dopo il tragico evento. Le sue parole offrono uno spaccato di umanità in questo momento critico, rivelando una famiglia unita dalla sofferenza ma segnata dalla perdita. La sua testimonianza sottolinea la frenesia e la confusione di quel giorno, descrivendo quanto sia stato difficile per lui accettare la realtà della situazione.
L’importanza della comunità
La comunità di San Felice a Cancello ha risposto con grande solidarietà, sostenendo la famiglia Guadagnino e contribuendo in vari modi alle operazioni di soccorso. Questo clima di vicinanza umana è fondamentale in momenti di crisi, in cui il supporto emotivo e pratico tra i membri della comunità può fare la differenza.
Al momento, le ricerche proseguono con determinazione e il lavoro di soccorso si intensifica, mentre la speranza di trovare Agnese e Giuseppe continua a vivere nel cuore dei loro cari e nella comunità intera.