Scampia: serrato lavoro della procura dopo il crollo della Vela Celeste, tre morti e feriti

In seguito al drammatico crollo del ballatoio della Vela Celeste a Scampia, il 22 luglio scorso, un’intensa attività investigativa è in corso a Napoli. Questo evento tragico ha portato alla morte di tre persone e lasciato dodici feriti. L’attenzione degli inquirenti è focalizzata su vari aspetti legali e tecnici legati alla sicurezza dell’edificio e alla sua manutenzione, con particolare riguardo all’ordinanza di sgombero del 2015. Le indagini, guidate dal pm Manuela Persico e dal procuratore aggiunto Sergio Amato, stanno cercando di chiarire la responsabilità di quanto accaduto.

L’istruttoria investigativa: due filoni principali

Il primo filone: l’ordinanza di sgombero del 2015

Una delle questioni più controverse emerse nelle indagini riguarda l’ordinanza di sgombero emessa nel 2015 dall’allora sindaco di Napoli, LUIGI DE MAGISTRIS. Questo provvedimento, che mirava a garantire la sicurezza degli abitanti della Vela Celeste, non risulta mai essere stato effettivamente eseguito. La Procura sta indagando su questa omissione e sull’eventuale responsabilità degli organi competenti che avrebbero dovuto attuare il provvedimento.

L’ordinanza di sgombero rappresenta un nodo cruciale nella ricostruzione dei fatti, poiché la mancata esecuzione potrebbe essere correlata al tragico evento del crollo. Gli investigatori esaminano i dettagli amministrativi e le comunicazioni tra i vari uffici comunali, cercando di capire se ci siano state mancanze o disservizi che abbiano influito sulla sicurezza dell’edificio.

Superando la dimensione burocratica, il caso solleva importanti interrogativi sulla gestione degli edifici pubblici e sulla sicurezza abitativa nelle zone più vulnerabili di Napoli. Gli sviluppi futuri potrebbero rivelare non solo responsabilità penali, ma anche errori sistemici che meritano di essere affrontati per evitare simili tragedie in futuro.

Il secondo filone: la manutenzione della Vela Celeste

Il secondo filone investigativo è incentrato sulla manutenzione dell’edificio e sulla sicurezza strutturale della Vela Celeste. Il PM ha già incaricato un ingegnere strutturista di valutare lo stato dell’immobile e le cause del crollo. Sebbene non siano stati ancora effettuati accertamenti tecnici irripetibili, è stata presentata una relazione preliminare che inizia ad delineare la situazione critica dell’edificio.

La manutenzione degli edifici sociali è un tema di grande rilevanza, soprattutto in aree come Scampia, dove le condizioni di vita sono già compromesse da diverse problematiche sociali ed economiche. La Vela Celeste, un simbolo problematico del patrimonio edilizio di Napoli, richiede attenzione costante per evitare che simili episodi ripetano. Gli investitori stanno esaminando anche le pratiche di manutenzione e le eventuali negligenze da parte dei gestori, al fine di accertare se vi siano stati interventi insufficienti nel corso degli anni.

Per gli ingegneri e i tecnici coinvolti, la sfida è enorme: comprendere le ragioni dietro la fragilità strutturale dell’edificio e suggerire interventi efficaci. I risultati finali della perizia, attesa entro sessanta giorni, potrebbero avere conseguenze significative in termini di responsabilità e misure preventive future.

La situazione dopo il crollo: tensioni e sfollati

Il dramma degli sfollati e l’intervento della polizia

A seguito del crollo, un gruppo di sfollati ha tentato di rientrare nella Vela Celeste, nonostante l’accesso fosse interdetto. Aeroportato dalla polizia all’alba, circa trenta persone, per lo più donne, hanno cercato di rioccupare gli alloggi, aggravando ulteriormente la tensione già presente nella zona. L’intervento delle forze dell’ordine, avvenuto intorno alle 5 del mattino, ha riportato la situazione sotto controllo, ma ha evidenziato il bisogno disperato di una casa e la difficoltà di questi cittadini costretti a vivere in condizioni precarie.

Il presidio delle forze dell’ordine esterno all’edificio continua a essere indispensabile per garantire la sicurezza dei residenti e prevenire ulteriori tentativi di rientro. La risposta della comunità locale è di grande preoccupazione, con molte persone che vivono nell’incertezza e nel timore di una sicurezza edilizia insufficiente.

Le autorità competenti, sia a livello locale che regionale, devono affrontare questioni urgenti legate alla sicurezza degli edifici e alla gestione degli sfollati, creando strategie più solide e sostenibili per la ricostruzione e la riqualificazione delle aree a rischio, come SCAMPIA. L’impatto umano di tali eventi non può essere sottovalutato, rendendo imperativo un cambio di paradigma nella gestione del patrimonio edilizio della città di Napoli.

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Redazione