Scandalo nel calcio femminile: il Pomigliano sotto accusa per violazioni e minacce alle atlete

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La squadra di calcio femminile del Pomigliano è coinvolta in una controversa vicenda che ha destato preoccupazione nel mondo sportivo. La FIFA e la FifPro hanno preso posizione, descrivendo la situazione come un “incubo” per le calciatrici. Le atlete denunciano una serie di irregolarità gravi, dai pagamenti non effettuati fino a comportamenti inaccettabili da parte della dirigenza che mettono in discussione la sicurezza delle giocatrici. La vicenda si è rapidamente trasformata in un caso legale, con le calciatrici che hanno deciso di perseguire la giustizia attraverso l’Associazione Italiana Calciatori.

Le accuse delle calciatrici: stipendi non pagati e abusi

Stipendi e violazioni contrattuali

Le calciatrici del Pomigliano hanno sollevato forti accuse nei confronti della dirigenza riguardo alla gestione dei pagamenti. Già a metà della scorsa stagione, le giocatrici avevano riscontrato ritardi nel pagamento degli stipendi, evento che ha suscitato preoccupazioni tra le atlete e i loro sostenitori. Secondo quanto riportato, le violazioni non si limitano agli stipendi, ma includono la falsificazione delle firme sui contratti, che hanno causato una profonda sfiducia nei confronti della società.

La mancanza di comunicazione e di trasparenza da parte della dirigenza ha accentuato il senso di impotenza tra le giocatrici. Alcune di esse hanno riferito di non aver ricevuto nemmeno una visita medica a inizio stagione, un requisito fondamentale per garantire la salute e la sicurezza delle atlete. Inoltre, la mancanza di copertura per eventuali infortuni ha imposto un ulteriore peso sulle spalle delle calciatrici, costrette a gestire le loro condizioni fisiche senza il supporto necessario.

Comportamenti inaccettabili e molestie

Oltre ai problemi economici, le atlete hanno denunciato anche comportamenti inappropriati da parte della dirigenza. I racconti di molestie sessuali, tra cui messaggi offensivi e approcci invadenti, hanno sollevato gravi preoccupazioni. Inoltre, alcune giocatrici hanno riferito di intrusioni nei propri appartamenti e di insulti mirati a ridurre la loro dignità. Tali comportamenti hanno creato un clima di paura e tensione all’interno della squadra, rendendo complicata la loro concentrazione sul campo di gioco.

Il culmine di questa serie di accuse è giunto quando una giocatrice avrebbe subito un’aggressione fisica, ricevendo un colpo in faccia. Questo episodio, se confermato, evidenzierebbe non solo la gravità della situazione ma anche la necessità di intraprendere azioni legali per tutelare le calciatrici e recuperare i loro diritti.

La posizione della dirigenza e le reazioni

Difese del presidente Raffaele Pipola

Il presidente del Pomigliano, Raffaele Pipola, ha risposto alle accuse in modo deciso, affermando che le calciatrici cercano di ottenere denaro ingiustificato. In una recente dichiarazione, ha dichiarato: “É vero, è tutto documentato in Figc nero su bianco. Appena la Federazione ci darà quello che ci spetta, nessun problema a saldare gli stipendi.” Queste parole hanno cercato di rassicurare le atlete, sebbene la sfiducia sia palpabile.

Pipola ha dunque invitato le calciatrici a procedere con denunce, promettendo di affrontare la questione in tribunale. Egli ha anche evidenziato la sua personale situazione, citando la scomparsa della sua prima figlia cinque anni fa, come un elemento di contesto per far comprendere il suo stato d’animo. Ha ribadito più volte di non aver mai minacciato nessuno e di essere pronto a dimostrare la sua innocenza in ogni sede opportuna.

Il coinvolgimento dell’Associazione Italiana Calciatori

La mobilitazione dell’Associazione Italiana Calciatori ha segnato un passaggio cruciale nella vicenda. Le giocatrici, assistite da esperti legali, hanno avviato una serie di azioni legali tese non solo a ottenere il riconoscimento dei loro diritti, ma anche a prevenire futuri abusi nello sport. L’associazione ha espresso la sua ferma intenzione di tutelare la dignità e la sicurezza delle atlete, sottolineando come simili situazioni non debbano più avere luogo nel calcio femminile.

La questione ora è all’attenzione dei media e delle istituzioni calcistiche, che si trovano di fronte alla responsabilità di garantire un ambiente sicuro e giusto per tutte le atlete. Il caso del Pomigliano potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta nel trattamento delle calciatrici e nella lotta contro le discriminazioni e gli abusi nel mondo sportivo.

Con la situazione ancora in evoluzione, si attende di conoscere ulteriori sviluppi legali e eventuali posizioni ufficiali da parte delle istituzioni competenti. Le atlete del Pomigliano, intanto, continuano a far sentire la loro voce per tutelare i propri diritti e per il miglioramento delle condizioni nel calcio femminile.

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