Un’indagine inquietante ha portato all’arresto di due frati a Afragola, nel napoletano, accusati di gravi violenze sessuali su giovani collaboratori. La situazione si è complicata ulteriormente con la scoperta di un piano per nascondere le prove attraverso una rapina orchestrata. Le autorità hanno messo in luce un dramma che attraversa il tessuto sociale della comunità.
Il 26 aprile, l’aria nel tranquillo comune di Afragola è stata sconvolta da un episodio di violenza. Due giovani hanno fatto irruzione in un’abitazione, armati di mazza e coltello, con l’intento di rubare due telefonini. Ma non si trattava di un comune furto: i dispositivi contenevano informazioni compromettenti. Si trattava, infatti, di prove documentali di abusi sessuali subiti da due uomini da parte di due frati locali. Questo atto criminale ha destato non poco scalpore, rivelando un retroscena agghiacciante che ha coinvolto la comunità religiosa e un sistema di sfruttamento di cui molti ignoravano l’esistenza.
Le indagini condotte dai Carabinieri, sotto la guida della Procura di Napoli Nord, hanno chiarito che quel furto non era un evento isolato, ma piuttosto una strategia per eliminare eventuali prove di reati gravissimi. Così, mentre l’attenzione era catturata dall’irruzione, si stava consumando una rete di abusi, minacce e sfruttamento che ha coinvolto diversi attori, tutti accomunati dalla ricerca di copertura e sostegno finanziario.
Dopo le indagini, sono stati arrestati sei individui, tra cui i frati accusati di violenza sessuale: padre Domenico Silvestro, parroco della Basilica Pontificia di Sant’Antonio da Padova, e padre Nicola Gildi, che operava presso il convento di Santa Maria Occorrevole. Entrambi si trovano ora a dover rispondere di violazioni gravissime, e mentre Gildi deve affrontare anche l’accusa di rapina aggravata, a fianco di loro sono stati arrestati i giovani autori materiali dell’irruzione e un imprenditore accusato di fare da intermediario tra i frati e i criminali.
L’indagine ha preso avvio da testimonianze dei due giovani, i quali hanno iniziato a rivelare particolari in seguito a pressioni e minacce subite. Gli arresti hanno segnato un punto di non ritorno in un caso che espone non solo violenze individuali ma una sistematica manipolazione da parte di figure associate a ruoli di autorità religiosa.
Le testimonianze delle vittime raccontano di un incubo vissuto in silenzio per troppo tempo. Le violenze, perpetrate sotto minaccia di licenziamento e privazione della sostentamento, avvenivano in vari luoghi, tra cui monasteri e la Basilica di Sant’Antonio. Queste violenze sono iniziate in contesti apparentemente innocui, come incontri organizzati tramite piattaforme digitali. Qui, le vittime venivano accolte con l’illusione di aiuto e supporto, ma con il tempo si sono trovate spinte all’interno di un sistema di abusi.
I due uomini, che inizialmente credevano di ricevere assistenza, hanno scoperto di dover prestare il loro corpo in cambio di beni materiali e sostegno. Le richieste divennero sempre più invasive, con il prete che esigeva anche di “reclutare” altri ragazzi per partecipare a queste orge. È un racconto straziante che evidenzia il lato oscuro del potere, dove il giuramento di protezione e cura si tramuta in manipolazione e sfruttamento.
L’idea di creare un diversivo e far sembrare tutto come una comune rapina ha preso piede in seguito alla denuncia implicita contenuta in una lettera inviata dai collaboratori ai frati, dove venivano menzionati gli abusi sessuali. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato i colloqui tra Gildi e il suo complice, Giuseppe Castaldo, nei giorni successivi a quell’inquietante corrispondenza. Messaggi che esprimevano preoccupazione e senso di colpa, ma al contempo dimostravano un tentativo di gestire la situazione a proprio favore.
La rivelazione di questa strategia ha fatto emergere un fenomeno ben più ampio, che attanaglia molti giovani vulnerabili in situazioni di disagio. L’operazione dei carabinieri ha chiaramente evidenziato la necessità di una sorveglianza costante e di un’indagine accurata su tali crimini, dove la verità deve emergere in tutta la sua brutalità per garantire giustizia e riparazione.