Il prossimo martedì 21 maggio si prospetta come una giornata decisamente complicata per chiunque cerchi un taxi in Italia. Dalle 8 alle 22, sarà praticamente impossibile trovare un mezzo di trasporto disponibile in tutto il Paese. I sindacati hanno confermato lo sciopero, che vedrà il culmine in una manifestazione prevista a Piazza San Silvestro a Roma, dalle 11 alle 17.
La decisione di astenersi dal lavoro ha visto un’ampia convergenza tra i vari sindacati e le sigle del settore, ad eccezione del 3570 di Loreno Bittarelli. Quest’ultimo gruppo, non in linea con la decisione presa, auspica la partecipazione dell’intera categoria per difendere i propri diritti e contrastare pratiche ritenute illegittime. In netto contrasto con questa posizione, le associazioni dei consumatori bollano lo sciopero come inutile e finalizzato unicamente al mantenimento di privilegi corporativi.
I tassisti, a loro difesa, chiedono al governo norme certe per il settore, evidenziando la necessità di regole chiare e definitive. La distribuzione di volantini mira a spiegare le ragioni di uno sciopero che, secondo loro, non è da interpretare come una mera difesa corporativa. Si ribadisce la tutela dell’utenza come punto cardine della protesta, con l’obiettivo di evitare che situazioni di emergenza o calami di richiesta facciano lievitare i prezzi a vantaggio delle multinazionali del settore.
Questo atteggiamento di chiusura da parte del governo ha spinto i tassisti a richiedere un confronto diretto con la presidente del Consiglio Meloni. La richiesta urgente è quella di approvare al più presto i decreti attuativi che, fermi da ormai 5 anni nei ministeri dello Sviluppo Economico e dei Trasporti, definiscono le regole e i vincoli necessari a regolare il trasporto pubblico. La Cgil taxi incalza il governo a scrivere e approvare decreti che non vengano influenzati da pressioni esterne, bensì che tutelino lo spirito originario della legge di settore.