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La storia di Angela Celentano, la bambina scomparsa sul Monte Faito nel 1993, continua a intrecciarsi con misteri e speranze di ritrovamento. A distanza di oltre 28 anni dal suo rapimento, le indagini sulla cosiddetta “pista turca” sono state prorogate per ulteriori sei mesi. I genitori, Maria Staiano e Catello Celentano, non hanno mai smesso di cercarla e di esplorare ogni pista possibile. Di seguito, vi proponiamo un’analisi approfondita dei recenti sviluppi legati a questo caso che ha toccato non solo la comunità di Vico Equense, ma tutta l’Italia.
La scomparsa di Angela: un mistero che dura da decenni
Angela Celentano, all’epoca della scomparsa solo tre anni, è venuta alla ribalta dell’attenzione pubblica l’11 giugno 1993, giorno in cui ha compiuto 31 anni. La sua vita è stata segnata da un evento tragico: il 10 agosto 1996, mentre si trovava con la famiglia sul Monte Faito, è sparita senza lasciare traccia. Un lasso di tempo enorme per una questione irrisolta, che ha portato i genitori a vivere in un costante stato di dolore e attesa.
Da quel giorno, Maria e Catello hanno messo in atto una strategia di ricerca incessante, supportando ogni iniziativa investigativa possibile e mantenendo viva l’attenzione sul caso. Le indagini iniziali non hanno sortito effetti, portando a una grande frustrazione, tuttavia la determinazione dei genitori ha permesso di mantenere alta la guardia sui possibili sviluppi. Nonostante le molte difficoltà e il passare del tempo, la loro speranza per il ritorno della figlia continua a rimanere viva, sostenuta anche dall’interesse dei media e dell’opinione pubblica.
Gli sviluppi recenti: la pista turca
Una delle piste più surreali eppure intriganti si è aperta grazie alle dichiarazioni di una donna, Vincenza Trentinella, la quale ha riferito di aver ricevuto delle informazioni da un sacerdote, don Augusto. Secondo quanto riportato, il prete avrebbe avuto la confessione di una persona che sosteneva che Angela fosse stata rapita e si trovasse sull’isolotto di Büyükada, in Turchia. Qui, si sostenerebbe che la ragazza viva con un uomo che crede essere suo padre.
L’informazione ha avuto impatti significativi nell’attività investigativa, portando il pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta a richiedere una proroga delle indagini. La giudice delle indagini preliminari, Federica Colucci, ha accolto la richiesta, estendendo il periodo di indagini per sei mesi con l’intento di raccogliere ulteriori elementi che possano confermare o smentire la veridicità di queste affermazioni.
Le indagini e l’attesa delle famiglie
Il viaggio della signora Trentinella in Turchia ha accresciuto la curiosità su questo caso. Durante la sua visita, la donna ha fornito non solo un identikit del presunto “padre” di Angela, ma anche una foto di un uomo descritto come facilmente riconoscibile per una cicatrice sul volto. Secondo i rapporti, l’individuo sarebbe conosciuto con il nome di Fahfi Bey, e il suo lavoro sarebbe quello di veterinario.
Tuttavia, le risposte dalle autorità turche faticano ad arrivare. Come riportato dalla giudice Colucci, nonostante le richieste di chiarimenti e l’urgenza mostrata dalla procura italiana, non è giunta alcuna comunicazione sulle tempistiche della rogatoria. La situazione espone i genitori di Angela a un’ulteriore attesa e incertezze, nella loro incessante ricerca di verità e giustizia, mentre la loro vicenda continua a essere segnata da una tensione emotiva forte e da un desiderio inestinguibile di avere notizie della figlia scomparsa.