Una recente indagine ha rivelato la presenza di due discariche abusive di amianto a Napoli, sollevando gravi preoccupazioni per la salute pubblica e per l’ambiente. Gli investigatori hanno puntato il dito contro un imprenditore edile, il cui comportamento mette in luce problematiche più ampie legate alla gestione dei rifiuti nella città. Utilizzando tecnologie avanzate, le forze dell’ordine hanno scoperto queste “bombe ecologiche” a seguito di una denuncia, avviando un’importante azione di controllo e messa in sicurezza delle aree interessate.
Le due discariche abusive sono state rinvenute in luoghi significativi di Napoli: la prima si trova nei Quartieri Spagnoli, all’interno di antiche cavità tufacee, mentre la seconda è situata lungo la scenografica discesa di Marechiaro, un’area nota per la sua bellezza paesaggistica. Entrambi i siti contenevano ingenti quantità di materiali da costruzione e demolizione, tra cui amianto sbriciolato, noto per essere altamente tossico.
La scoperta è stata effettuata grazie a un’operazione di monitoraggio aereo condotta dalla Guardia di Finanza, che ha utilizzato un elicottero dotato di sofisticati sistemi di rilevamento termico. Attraverso questo approccio, gli investigatori sono riusciti a identificare scavi recenti nel terreno, segno inequivocabile di attività illecite di smaltimento rifiuti. Questi materiali pericolosi, sebbene smaltiti in modo illegale, rappresentano una minaccia diretta alla salute dei residenti e della fauna locale, rendendo l’intervento tempestivo delle autorità di fondamentale importanza.
L’avvio dell’inchiesta è stato innescato dalla denuncia di un ex dipendente dell’imprenditore edile coinvolto, il quale ha rivelato che non gli erano stati corrisposti i pagamenti dovuti. Questa denuncia ha portato a una più ampia indagine da parte della Sezione Ambiente della Procura di Napoli, coordinata dal Procuratore Nicola Gratteri e dal Sostituto Procuratore Domenico Musto.
La denuncia non solo ha messo in luce pratiche commerciali discutibili, ma ha anche messo nel mirino attività illecite con gravi ripercussioni sull’ambiente. Gli investigatori hanno stipulato un quadro chiaro della situazione, in cui emerge un quadro di abuso e negligenza. Ciò ha confermato la tendenza inaccettabile di smaltire rifiuti in modo abusivo, minando la salute pubblica e l’integrità ambientale.
Le fibre di amianto sono da tempo riconosciute come pericolose per la salute umana, potendo causare patologie gravi come l’asbestosi, il mesotelioma e il cancro ai polmoni. Il rinvenimento di amianto frantumato in due aree frequentate, tra cui una in cui i bambini giocavano, solleva inquietanti interrogativi sulla sicurezza di queste zone e sulla protezione dei cittadini.
Secondo esperti dell’Istituto Superiore della Sanità, i morti per mesotelioma tra i giovani potrebbero essere correlati a esposizioni avvenute in età pediatrica. Con questa consapevolezza, diventa ancora più urgente rispondere in maniera significativa all’emergenza. I tecnici dell’ARPAC sono ora chiamati a effettuare carotaggi nelle aree contaminate per stimare la quantità di amianto sversato e avviare le necessarie operazioni di bonifica.
Il rinvenimento di queste discariche abusive evidenzia non solo un caso singolo, ma un problema più esteso di gestione dei rifiuti e tutela dell’ambiente a Napoli. Le autorità sono ora impegnate a garantire che simili episodi non si ripetano, affrontando la questione con serietà e impegno.