Recentemente, i Carabinieri del NAS di Napoli hanno portato a termine un’operazione che ha portato alla luce un’attività completamente abusiva a Striano, un comune nella provincia di Napoli. Questo intervento ha rivelato condizioni igieniche altamente compromesse, volte alla lavorazione di carni per il popolare street food napoletano, noto con il nome di “o’ pere e o’ musso”. L’attività, realizzata in locali privati e non autorizzati, ha messo in allerta le autorità sanitarie riguardo alla salute pubblica.
L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del NAS di Napoli in collaborazione con i militari di Torre Annunziata e personale dell’ASL di Napoli 2 Nord. Durante un’ispezione di routine a Striano, gli agenti hanno scoperto una palazzina dove si svolgeva una vera e propria attività illecita di sezionamento e lavorazione di carni. Le indagini hanno rivelato che venivano utilizzati organi e parti anatomiche a basso valore commerciale provenienti da bovini e suini, processati in condizioni igieniche inaccettabili.
Le attrezzature utilizzate per questa lavorazione erano in condizioni precarie e gli spazi adibiti alla conservazione delle carni erano fortemente contaminati dalla presenza di rifiuti di vario tipo. Nonostante il valore tradizionale del prodotto per il mercato dello street food, la gravità delle condizioni in cui avveniva la lavorazione ha sollevato preoccupazioni immediate da parte delle autorità.
A seguito delle violazioni riscontrate, le autorità hanno proceduto con l’immediata chiusura dell’intero impianto, privo del necessario “Bollo CE” e delle autorizzazioni richieste per la lavorazione e la vendita di prodotti alimentari. Durante l’operazione, sono state sequestrate circa tre tonnellate di carne bovina e suina, la quale risultava priva di qualsiasi documentazione attestante la tracciabilità della provenienza. Questa situazione ha generato allarme per il rischio potenziale alla salute pubblica, dato che tali carni avrebbero potuto essere commercializzate senza verifica delle condizioni igieniche e sanitarie.
Il valore complessivo dei beni sequestrati e delle strutture coinvolte è stato stimato intorno ai 400mila euro. Le sanzioni amministrative inflitte ai responsabili dell’attività abusiva superano i 50mila euro, dimostrando come l’operazione non solo abbia previsto un intervento di chiusura, ma anche un apparato sanzionatorio per dissuadere ulteriori attività illecite nel settore alimentare.
Il ritrovamento di una simile attività ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla salute pubblica. Vendita e consumo di carni lavorate in condizioni non sicure possono rappresentare un serio rischio, inclusi contaminazioni batteriche e zoonosi. I prodotti destinati alla vendita ambulante, frequentemente associati a consumi immediati, diventano ancora più problematici quando la loro origine è sconosciuta e non regolamentata.
Questo intervento da parte delle autorità sanitarie e di sicurezza evidenzia la necessità di controlli più rigorosi nel settore alimentare, non solo per salvaguardare la salute dei consumatori, ma anche per tutelare il mercato legale, spesso danneggiato da attività marginali e abusive. L’operazione dei Carabinieri del NAS di Napoli ripropone la questione della sicurezza alimentare e dell’importanza della tracciabilità dei prodotti, elementi essenziali per garantire la qualità del cibo che arriva sulle tavole degli italiani.