Riconoscere i segnali di abuso nei bambini e negli adolescenti è una sfida complessa ma cruciale, specialmente in contesti educativi come quello di Castellammare di Stabia, dove una docente di sostegno è stata arrestata per maltrattamenti e abusi sessuali su studenti. Questo episodio solleva interrogativi sulla capacità dei genitori e degli educatori di identificare tempestivamente le situazioni di disagio. Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine degli psicologi della Campania, offre chiarimenti su come affrontare e comprendere questo tema delicato.
La complessità dell’individuazione
L’individuazione dei segnali di abuso non è mai semplice. Gli psicologi avvertono che le risposte emotive dei bambini possono variare notevolmente. Cozzuto sottolinea come non esista un’unica manifestazione tipica dell’abuso, rendendo complesso il riconoscimento di situazioni critiche. Questi giovani possono esprimere sintomi generici che non necessariamente indicano l’abuso, quindi è fondamentale un’analisi attenta da parte degli specialisti. “I comportamenti anomali del bambino possono non manifestarsi in modo evidente”, spiega Cozzuto. I genitori devono essere consapevoli che le variazioni nel comportamento non devono essere lette automaticamente come capricci o semplici reazioni all’inizio della scuola.
In situazioni di abuso, il dialogo aperto diventa una delle chiavi per individuare i problemi. È importante promuovere un clima familiare dove i bambini si sentano liberi di esprimere i loro timori. Per farlo, è necessario che i genitori non abbiano aspettative rigidamente limitate alle risposte brevi. Limitarsi a domande generiche rischia di concludere la conversazione senza esplorare più a fondo le emozioni del bambino.
Segnali di disturbo comportamentale
Cozzuto identifica diversi tipi di comportamenti che possono indicare un disagio. Disturbi del sonno, come difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni, possono essere uno dei primi segnali. Anche alterazioni nel rapporto con il cibo, come la perdita di appetito, possono segnalare una situazione critica. In alcuni casi, si può notare anche un incremento di iperattività e irrequietezza, ma ciò può non essere immediatamente identificabile dai genitori.
È cruciale che i genitori osservino attentamente questi segnali e li interpretino nel contesto della vita quotidiana del bambino. Un comportamento aggressivo, per esempio, può essere percepito come normale capriccio se non conosciamo il contesto che lo genera. Lo stesso vale per difficoltà nella concentrazione o cambiamenti nelle amicizie, che potrebbero suggerire di più di un normale processo di crescita.
L’importanza del dialogo familiare
Costruire un dialogo aperto e costante è essenziale. Cozzuto raccomanda di instaurare un’abitudine quotidiana di comunicazione attiva con i figli, anche attraverso domande aperte che stimolino una conversazione più profonda. I genitori sono invitati a non fermarsi a risposte brevi; domande come “Come è andata oggi a scuola?” devono trasformarsi in opportunità per esplorare come il bambino si sente realmente.
In assenza di un contesto sicuro per condividere pensieri e sentimenti, i bambini possono tendere a chiudersi. Le vittime di abuso spesso si sentono in colpa e possono non segnalare il loro dolore. Se all’interno della famiglia si crea una cultura dell’ascolto, i bambini possono sentirsi più a loro agio nel confidarsi.
Cozzuto sottolinea che una comunicazione aperta aiuta a smontare la paura del giudizio, consentendo un ambiente di fiducia. I genitori devono comprendere i loro limiti e sapere che se avvertono comportamenti preoccupanti, è importante rivolgersi ai servizi di supporto psicologico. Creare un legame forte e affettuoso, nonostante le difficoltà, è un primo passo per prevenire e riconoscere situazioni di abusi o maltrattamenti.