Nella mattinata di oggi, una vasta operazione di controllo ambientale ha portato al sequestro dell’industria dolciaria “IDAV S.p.A.”, situata a Striano, in provincia di Napoli. I Carabinieri, supportati dal Gruppo Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata. Questa azione è il risultato delle indagini avviate per presunti reati ambientali, che includono l’inquinamento ambientale e lo smaltimento illecito di rifiuti. L’approfondimento su questa vicenda rivela una rete di violazioni che minaccia la salute dell’ambiente locale e del fiume Sarno.
L’attività illecita di “IDAV S.p.A.” e le violazioni normative
L’industria dolciaria “IDAV S.p.A.”, attiva nella produzione e vendita di frutta candita e confetture, operava su un’area di circa 81.000 mq. Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno evidenziato gravi inadempienze alle normative ambientali. In particolare, l’azienda era in possesso di un’Autorizzazione Unica Ambientale risultata invalida a causa di difformità urbanistiche, il che ha portato alla necessità di un’autorizzazione più rigorosa come l’Autorizzazione Integrata Ambientale .
Le violazioni riscontrate comprendono lo scarico diretto di reflui industriali in corsi d’acqua e sul suolo, segno di pratiche di smaltimento dei rifiuti totalmente irregolari. Questi reflui, contenenti pericolose sostanze inquinanti come oli, grassi e idrocarburi, erano convogliati attraverso bypass artigianali, causando un grave inquinamento del canale Rio Foce, che affluisce nel fiume Sarno.
Il grave impatto ambientale e le sostanze tossiche
Le risultanze delle indagini hanno attestato un’estesa contaminazione nel suolo e nelle acque superficiali e sotterranee adiacenti allo stabilimento. Le analisi condotte sul campione delle acque di scarico hanno rivelato la presenza di solidi sospesi e disciolti, idrocarburi e metalli pesanti come rame, zinco e piombo. Queste sostanze, altamente tossiche e pericolose per gli ecosistemi acquatici, superano i limiti di legge stabiliti dal D.lgs. n. 152/2006, aggravando una situazione ambientale già critica.
I reflui industriali, oltre a rappresentare un costo per il pubblico, pongono seri rischi per la salute degli organismi viventi. La contaminazione ha, dunque, un impatto immediato e diretto sugli abitanti e sugli ecosistemi locali, sollevando l’allerta su situazioni di “alta mortalità” per le specie acquatiche.
Le misure cautelari e il controllo ambientale
In risposta alle evidenze emerse, gli agenti hanno operato la chiusura immediata dello stabilimento e il fermo totale degli impianti di produzione. Questa misura è necessaria per fermare la continua attività inquinante dell’azienda e per impedire ulteriori danni all’ambiente circostante. Le indagini, che risalgono a un periodo di controlli intensificati, avevano già visto la “IDAV S.p.A.” coinvolta in precedenti provvedimenti sanzionatori, sottolineando un contesto di reiterata illegalità.
In aggiunta alla chiusura, il legale rappresentante è accusato di aver ostacolato deliberatamente le ispezioni ambientali, operando per eludere le normative vigenti. La presenza di costrutti abusivi all’interno del sito aziendale, situati in una zona soggetta a vincolo paesaggistico, è ulteriore materia di accusa nei confronti della società.
Un’azione coordinata contro l’inquinamento del fiume Sarno
Il sequestro della “IDAV S.p.A.” si inserisce in un’operazione più ampia, volta a combattere l’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi affluenti. L’intensificazione dei controlli effettuati ha portato a 317 ispezioni nel solo mese di settembre, con risultati allarmanti di non conformità in 176 casi. Queste misure sono parte di un’indagine maggiore condotta dai Carabinieri e dalla Procura, mirata a identificare e colpire i responsabili di scarichi abusivi e attività produttive in violazione delle normative ambientali.
L’inquinamento del Sarno, aggravato anche da scarichi fecali di comuni privi di adeguate infrastrutture fognarie, rappresenta una delle più gravi emergenze ambientali della zona. Le autorità si sono impegnate a perseguire attivamente le aziende inadempienti e a salvaguardare la salute del fiume, un patrimonio naturale di grande valore per il territorio campano.
Il futuro delle indagini e la protezione ambientale
Le autorità continuano a monitorare la situazione, intensificando gli accertamenti e il coordinamento con vari enti competenti. Il percorso intrapreso rappresenta non solo un intervento repressivo nei confronti delle aziende non in regola, ma anche un messaggio chiaro sull’importanza della salvaguardia ambientale. La comunità locale e le istituzioni sono chiamate a collaborare per garantire una protezione adeguata e duratura del territorio e delle risorse idriche, contribuendo a riconquistare la salute dell’ecosistema del fiume Sarno e ad impedire il ripetersi di simili crimini ambientali.