Un’importante operazione della Guardia di Finanza ha portato al sequestro preventivo di oltre 4,5 milioni di euro nel Napoletano, legata a un caso di evasione fiscale e omessa dichiarazione dell’IVA per un periodo che abbraccia sei anni. L’intervento ha visto il coinvolgimento di un amministratore definito “testa di legno“, il quale, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, era all’oscuro delle irregolarità. La situazione si è venuta a creare a causa di un ingannevole trasferimento delle quote societarie, realizzato tramite l’intervento di un fratello gemello. La società coinvolta è la Mato Srl, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di tessuti.
L’azione della Guardia di Finanza, condotta dal gruppo di Torre Annunziata, si è attuata a seguito di un’indagine approfondita riguardante la Mato Srl, che ha portato alla luce un’evidente violazione delle norme fiscali. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, indicando chiaramente le responsabilità di alcuni individui, tra cui il rappresentante legale della società e un amministratore di fatto.
La verifica fiscale ha riguardato gli anni d’imposta dal 2017 al 2022, rivelando un’amara realtà. Sono stati identificati costi fictizi e omesse dichiarazioni relative all’IVA, attraverso una vera e propria manipolazione delle scritture contabili. In particolare, sono stati riscontrati costi non riscontrabili, creando un panorama di evasione che si è tradotto in un importo complessivo di 4.530.549 euro. Questi atti illeciti hanno inevitabilmente allertato le autorità fiscali, innescando un’operazione di vasta portata.
Non solo evasione. Le indagini hanno messo in evidenza anche la falsificazione di documenti contabili e comunicazioni sociali, con l’accusa specifica di false comunicazioni sociali ai sensi del codice civile, a carico degli indagati e del loro commercialista. Questa operazione si erge come un esempio di come l’impegno delle forze dell’ordine possa chiarire e punire comportamenti illeciti nel settore finanziario.
Un aspetto peculiare di questa indagine è la figura dell’amministratore definito “testa di legno“. Gli inquirenti hanno appurato che la persona designata a ricoprire questo ruolo non era effettivamente coinvolta nelle decisioni aziendali, essendo completamente ignara delle manovre messe in atto dagli altri membri della società. Questo stratagemma ha permesso di mascherare le vere responsabilità e ha complicato ulteriormente la rete di colpe e la responsabilità giuridica degli altri indagati.
Infatti, l’amministratore di fatto della Mato Srl risponde non solo dell’evasione fiscale, ma anche di reati più gravi, quali la sostituzione di persona e il falso ideologico in atto pubblico. In particolare, nel 2018, si è trovato a dover giustificare l’intestazione delle quote societarie a una persona ininfluente, per nascondere eventuali responsabilità legali derivanti dai reati fiscali. In questo contesto, il fratello gemello ha giocato un ruolo cruciale, inducendo erroneamente il notaio a convalidare il passaggio delle quote, nonostante la mancanza di un reale consenso da parte del “testa di legno“.
Tale scena dimostra quanto sia complesso il panorama dell’evasione fiscale, dove spesso si utilizzano stratagemmi sofisticati per eludere la giustizia. L’operazione dei finanzieri non solo mette in evidenza l’intensificarsi dei controlli, ma sottolinea la determinazione delle autorità nel perseguire condotte illecite.
Al momento, l’esecuzione del sequestro da parte della Guardia di Finanza è in pieno svolgimento. Gli agenti stanno valutando il valore complessivo delle disponibilità finanziarie e dei beni riconducibili alla Mato Srl, al suo rappresentante legale e all’amministratore di fatto. Il sequestro non solo colpisce i patrimoni attivi della società, ma rappresenta anche un chiaro segnale contro l’illegalità e l’evasione fiscale.
Il futuro della Mato Srl rimane incerto, in quanto le gravi accuse possono abbattere la reputazione e la continuità operativa della società. La presenza di una gestione ambigua e le irregolarità fiscali potrebbero portare a ulteriori sviluppi legali e a una maggiore scrutinizzazione delle pratiche aziendali nel suo complesso. Le indagini sono ancora in corso e non si escludono ulteriori misure penali e amministrative nei confronti degli indagati.
L’effetto di questo sequestro avrà, senza dubbio, un’eco significativa non solo per i coinvolti, ma anche per l’intero comparto imprenditoriale, che potrebbe trovarsi a dover affrontare un periodo di maggiore vigilanza da parte delle autorità fiscali e giudiziarie. Le forze dell’ordine continuano a monitorare la situazione, implacabili nella loro missione di contrastare l’evasione e salvaguardare l’integrità del tessuto economico.