Serie A: divisione tra club e FIGC sulla riforma dello Statuto

Nella giornata di oggi, la Serie A si trova al centro di una controversia che potrebbe incidere profondamente sulle sue dinamiche interne. Mentre la Lega si prepara per un’importante assemblea fissata per le 19, emergono tensioni tra i club riguardo al recente cambiamento nello Statuto della Federazione Italiana Giuoco Calcio . Questo sviluppo segue l’approvazione della riforma del 4 novembre, all’interno della quale alcuni club hanno manifestato la propria opposizione, mentre altri scelgono di non sostenere ulteriori contenziosi con la federazione.

La posizione dei club dissidenti

Questa mattina, undici club della Serie A hanno reso noto tramite una lettera indirizzata a Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, di non avere intenzione di appoggiare un ricorso contro la riforma dello Statuto. I club che prendono parte a questo schieramento sono Atalanta, Bologna, Como, Fiorentina, Inter, Juventus, Monza, Parma, Roma, Udinese e Venezia. Queste squadre, ciò nonostante le iniziali posizioni di conflitto, hanno optato per una soluzione di dialogo e cooperazione con la FIGC, decidendo di uscire dalla contesa e lasciando così in minoranza la parte degli oppositori.

Questo gruppo, guidato da presidenti influenti come Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, comprende club come Cagliari, Empoli, Genoa, Lecce, Milan, Torino, Verona, Lazio e Napoli. La frattura è palpabile, poiché queste ultime formazioni continuano a spingere per la revisione della riforma, considerando gli effetti che essa potrebbe avere sulla governance del calcio italiano.

Il risultato di questa battaglia interna è che i club che desiderano ricorrere sono ora in minoranza, il che complicherà notevolmente il tentativo di avviare qualsiasi azione legale. Potrebbe emergere una nuova armonia tra alcuni club e la federazione, che potrebbe portare a risultati più cooperativi per il futuro del calcio professionistico in Italia.

La questione del ricorso alla Lega Serie A

Per avviare formalmente un ricorso a nome della Lega Serie A, è necessaria una maggioranza di almeno undici squadre. Tuttavia, si segnala che la legge consente a qualsiasi club di procedere individualmente con un’azione legale. Questa possibilità, sebbene individuale, potrebbe generare confusione e conflitti all’interno della Lega, in quanto le squadre potrebbero trovarsi in competizione l’una contro l’altra su questioni che dovrebbero essere affrontate collettivamente.

Le differenze di opinione tra i club potrebbero anche riflettersi in future decisioni, poiché il clima attuale suggerisce un possibile incremento delle tensioni interne. Mentre alcuni club abbracciano il cambiamento proposto dalla riforma dello Statuto, altri temono che queste modifiche possano ridurre il loro potere decisionale e influenzare negativamente la loro posizione nel campionato.

Questa situazione destabilizzante richiederà un’attenzione continua da parte degli organi di governo e dei club partecipanti, i quali potrebbero necessitare di trovare un equilibrio per promuovere una serie di cooperazioni che portino più beneficio al sistema calcistico italiano. È evidente che la decisione di intraprendere o meno un ricorso avrà ripercussioni non solo per gli attori coinvolti, ma anche per il futuro delle competizioni professionistiche nel paese.

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Redazione