Un evento imperdibile si svolge a Napoli il 12 ottobre, con la sfilata di EVAlab, il laboratorio di moda etica fondato dalla cooperativa sociale EVA nel 2020. Nato per sostenere l’autonomia economica delle donne che fuggono dalla violenza domestica, EVAlab mette in luce un modello imprenditoriale innovativo, capace di coniugare moda, legalità e inclusione sociale. Durante questo evento di punta, si celebra anche il III Forum espositivo dei beni confiscati, dando voce a un percorso di rinascita per donne vittime di abusi.
EVAlab non è solo un laboratorio di moda, ma un vero e proprio centro di inclusione per donne in difficoltà. Già dal suo avvio, il progetto si è distinto per l’obiettivo di creare opportunità lavorative attraverso l’inserimento di donne come protagoniste della propria vita. Le operatrici dei cinque centri antiviolenza e delle tre case rifugio gestite dalla cooperativa EVA offrono supporto e formazione alle partecipanti, unendo moda e reinserimento sociale in un contesto di crescita personale.
La scelta di utilizzare materiali di alta qualità e di provenienza etica, unita alla presenza di sarti e designer esperti, contribuisce a realizzare creazioni uniche e distintive. La collezione in passerella si ispira alle tradizioni locali, come le pregevoli sete di San Leucio, e mostra la volontà di abbinare l’heritage italiano a influenze stilistiche provenienti dall’Estremo Oriente.
La sfilata di EVAlab si inserisce nel contesto del III Forum espositivo dei beni confiscati, un’importante iniziativa che celebra la legalità e la rinascita in luoghi segnati dalla criminalità organizzata. La location, la Stazione Marittima di Napoli, ha un forte significato simbolico, rappresentando il passaggio da un passato di illegalità a un futuro di speranza e rinascita.
Durante l’evento, i capi presentati raccontano storie di resilienza e di riscatto. Un’eccellenza del territorio e un esempio di come la moda possa essere agente di cambiamento sociale. I vestiti, realizzati con sete donate da Gucci attraverso il progetto Gucci Up, sono frutto di un’accurata lavorazione le cui tecniche artigianali rispecchiano una tradizione di qualità e innovazione.
Ciascun capo di abbigliamento esprime la creatività e il talento delle sarte che lavorano in EVAlab, guidate dalla maestra Carmela Amodeo. Attraverso tecniche come la sfrangiatura e lo scarfing, le sarte danno vita a capi con effetti visivi sorprendenti e unici, applicando una filosofia di design che valorizza la bellezza di ogni corpo femminile. La scelta di linee sinuose, tagli essenziali e un numero ridotto di cuciture garantisce libertà di movimento e comfort, un aspetto essenziale per quelle donne che stanno riaffermando la propria forza dopo esperienze di violenza.
Sottolineando l’importanza di un’esperienza di acquisto consapevole, i modelli di EVAlab promuovono valori di sostenibilità e inclusione, facendo respirare un’aria di rinascita e speranza in chi li indossa.
I nuovi capi di EVAlab saranno presto acquistabili sul sito ufficiale della cooperativa, offrendo così a chiunque la possibilità di sostenere una causa importante attraverso l’acquisto di prodotti etici e sostenibili. Al contempo, il pubblico avrà l’opportunità di scoprire altri progetti della cooperativa EVA, come Le Ghiottonerie di Casa Lorena, dove vengono prodotte delizie gastronomiche come marmellate, confetture e taralli.
Questi progetti non solo supportano l’autonomia economica delle donne, ma creano un legame tra cultura e tradizione, dimostrando come la cooperazione sociale possa generare un impatto positivo sul territorio e sui suoi abitanti. L’evento di sabato è una testimonianza potente di come sia possibile una rinascita, non solo per gli spazi confiscati, ma anche per le persone che vi trovano una nuova vita.