L’episodio tragico avvenuto il 18 novembre ad Ercolano, che ha portato alla morte delle gemelle Sara e Aurora Esposito insieme al 18enne Samuel Tafciu, ha messo in luce una storia di sfruttamento e precarietà. Al centro della vicenda si trova Pasquale Punzo, attualmente in carcere, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, il quale, secondo le testimonianze dei familiari delle vittime, avrebbe approfittato della difficile situazione economica della famiglia per coinvolgerla in attività illecite, inclusa la produzione di fuochi d’artificio.
Sara e Aurora Esposito, due giovani promettenti, sono state tragicamente strappate alla vita in un’esplosione che ha fatto perdere la loro esistenza e interrotto i loro sogni. I conviviali raccontano come le gemelle, insieme alla madre, abbiano vissuto in condizioni di indigenza economica, che le ha costrette a considerare soluzioni al di fuori della legalità per sopravvivere. In particolare, Pasquale Punzo, un uomo di 38 anni, è entrato nella loro vita circa due anni fa. Presentato tramite conoscenze comuni, Punzo ha rapidamente individuato le fragilità della famiglia, proponendo loro un lavoro che, all’apparenza, stava per offrir loro una forma di reddito.
Questo lavoro, inizialmente innocuo, consistette nella preparazione di fuochi d’artificio in una ex abitazione a Marigliano, ma secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, si sarebbe trasformato in qualcosa di molto più problematico e pericoloso. Punzo non solo avrebbe sfruttato il lavoro delle gemelle e della madre, costringendoli a confezionare botti, ma avrebbe anche intestato a loro numerose aziende, utilizzandole come prestanomi per le sue operazioni illecite. La madre delle sorelle è ora amministratrice di quattro società, attive in vari settori, una situazione che ha messo in evidenza la dimensione del raggiro posto in atto da Punzo.
Con il passare del tempo, la situazione economica della famiglia Esposito è peggiorata, portandoli a subire un sfratto dalla loro abitazione a Marigliano. Punzo, lontano da mostrare pietà, ha sfruttato questa crisi per trasferire le gemelle e la madre in una casa a Ponticelli, in condizioni pessime. Le testimonianze dei familiari rivelano che la nuova abitazione non solo era priva di comfort, ma addirittura di elementi essenziali come porte e cucine. È in questo contesto di precarietà che le gemelle hanno continuato a lavorare clandestinamente nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio allestita da Punzo.
Secondo le dichiarazioni fornite alla polizia, il lavoro nella baracca di Ponticelli sarebbe cominciato poche settimane prima della tragedia, con le ragazze pagate circa 150 euro a settimana ciascuna. La madre, inizialmente presa da una sorta di ottimismo, avrebbe visto in Punzo una possibile guida e sostegno per la sua famiglia, senza però rendersi conto della reale pericolosità delle attività in cui si trovava coinvolta. Questa tinteggiatura di speranza ha lasciato il posto a dolore e rimpianto, una triste metamorfosi che ha investito l’intero nucleo familiare.
La storia di Samuel Tafciu si intreccia drammaticamente con quella delle gemelle. Originario dell’Albania, Samuel era un giovane che cercava opportunità migliori in Italia. La sua partecipazione all’attività illecita con le gemelle è avvenuta in modo graduale. Inizialmente segnalato come nuovo lavoratore della baracca da parte dei familiari della fidanzata, si è scoperto successivamente che Samuel aveva già collaborato con Punzo in qualità di operaio edile, sempre in modo irregolare.
La relazione tra Tafciu e Punzo non era casuale; infatti, gli inquirenti hanno scoperto legami familiari tra Samuel e la sorella della fidanzata di Punzo, il che complica ulteriormente il quadro delle interazioni sociali e lavorative coinvolte nella tragedia. Questa rete di relazioni ha reso difficile per i familiari e le autorità ricostruire la dinamica immediatamente precedente all’esplosione fatale, sollevando interrogativi sulla vera natura della collaborazione lavorativa e sulla volontà di Tafciu di partecipare a tali attività.
Dopo quanto accaduto, il dolore delle famiglie delle vittime rimane scottante, lasciando interrogativi irrisolti e una comunità che cerca risposte in merito a una tragedia che evidenzia i temi del precarietà economica e dello sfruttamento nel contesto attuale.