La recente indagine “Doppia Curva” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha rivelato legami preoccupanti tra i vertici delle curve ultras milanesi. In questo contesto, l’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, è stato convocato dalle autorità come persona informata sui fatti. Questo incontro ha suscitato un notevole interesse mediatico, vista l’importanza e la visibilità degli individui coinvolti. L’interrogatorio ha avuto luogo in un clima di serietà, evidenziando come le necessità investigative si intreccino con il mondo dello sport.
L’indagine “Doppia Curva” ha fatto emergere un sistema di relazioni tra le curve ultras, portando all’arresto di 19 persone ritenute legate a un’organizzazione di stampo mafioso. Le autorità hanno concentrato la loro attenzione su vari aspetti della criminalità organizzata che influenzano il calcio, tra cui la gestione di biglietti e la manipolazione degli eventi. L’operazione ha rivelato un quadro complesso in cui le rimostranze degli ultras si mescolano alle dinamiche di potere, facendo emergere un’accusa grave che ha scosso il mondo del calcio milanese.
Il gip ha firmato un’ordinanza che ha portato a numerosi arresti, tra cui tre persone sottoposte agli arresti domiciliari. Le intercettazioni telefoniche hanno fornito prove significative sull’attività illecita di alcuni capi ultras, evidenziando un sistema ben orchestrato che andava ben oltre la semplice passione calcistica. Questi elementi hanno reso necessaria l’interrogazione di diverse figure, tra cui l’allenatore dell’Inter, per chiarire la natura dei rapporti e le modalità di comunicazione con i leader delle curve.
Simone Inzaghi, attualmente alla guida dell’Inter, si è presentato spontaneamente alle autorità per fornire chiarimenti in merito alla sua interazione con i capi ultras dell’Inter. Non avendo la qualifica di indagato, la sua audizione ha avuto lo scopo di fare chiarezza sul suo operato e sui rapporti intrattenuti. L’incontro, durato meno di un’ora, ha visto il tecnico rispondere a domande in merito a scambi di comunicazioni e richieste fatte dagli ultras.
Tra le intercettazioni emerse nel quadro dell’indagine, spicca una conversazione tra Marco Ferdico, noto ex capo della Curva Nord, e Inzaghi. In questa conversazione, Ferdico richiedeva il supporto del tecnico per l’assegnazione di biglietti per la finale di Champions League del 2023. Tale richiesta, che in apparenza potrebbe sembrare ordinaria nell’ambito della passione calcistica, assume una connotazione più seria considerato il contesto investigativo e le implicazioni legali associate. Sebbene Inzaghi non sia accusato di alcun reato, la sua presenza in un’indagine di queste proporzioni non può essere sottovalutata.
L’operazione “Doppia Curva” solleva interrogativi non solo sulla sicurezza e l’integrità del calcio italiano, ma anche su come le relazioni tra squadre e tifoserie possano, in determinate circostanze, trovarsi compromesse da attività illecite. Con il proseguimento delle indagini, ulteriori sviluppi sono attesi e potrebbero riguardare anche altri membri dello staff dell’Inter e, più in generale, delle società calcistiche coinvolte.
Il risultato di questa indagine potrebbe avere ripercussioni significative sul calcio italiano, spingendo le autorità a rivedere le politiche riguardanti le relazioni con i tifosi e le strutture di sicurezza negli eventi sportivi. Inoltre, l’attenzione dei media e del pubblico potrebbe aggravare la pressione sulle istituzioni sportive affinché vengano adottate misure più severe per garantire che simili situazioni non abbiano a ripetersi. In questo scenario, il ruolo della giustizia e della DDA di Milano rimane cruciale, mentre l’Inter e il suo allenatore si trovano in una posizione delicata, navigando un ambiente sempre più complesso.