Un’inchiesta della Guardia di Finanza ha portato alla luce un presunto sperpero di fondi pubblici da parte della Sma Campania Spa, con un danno erariale quantificato in oltre sei milioni di euro. Scopriremo insieme come sono stati gestiti questi fondi, nonché le difformità riscontrate nelle pratiche di assunzione e promozione all’interno dell’azienda in house della Regione. L’operazione ha coinvolto diversi dirigenti e dipendenti dell’ente, svelando un uso improprio delle risorse destinate alla prevenzione incendi, risanamento ambientale e gestione dei rifiuti.
L’indagine condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza ha messo in evidenza un utilizzo anomalo delle carte ricaricabili, comunemente chiamate “flash card”, create per acquisti urgenti sotto i mille euro. Questi strumenti venivano impiegati non solo per spese legate all’attività istituzionale, ma anche per abbonamenti personali a servizi di streaming musicale. La scoperta di pagamenti effettuati in orari notturni ha sollevato ulteriori dubbi sulla liceità delle azioni intraprese. Le verifiche hanno evidenziato come, nonostante l’obbligo di seguire procedure di appalto pubbliche, la Sma Campania abbia frequentemente bypassato le convenzioni Consip, ricorrendo a affidamenti diretti che hanno inevitabilmente comportato un incremento dei costi. È importante sottolineare che queste attività non solo hanno danneggiato le casse pubbliche, ma hanno anche minato la fiducia dei cittadini nella gestione delle risorse statali.
Un altro aspetto critico emerso dalle indagini riguarda le modalità di promozione e assunzione dei dipendenti di Sma Campania. Secondo quanto riportato, molti avanzamenti di carriera sono stati effettuati attraverso verbali di conciliazione, senza attivare nessuna forma di selezione meritocratica. Questa pratica ha trascurato le norme vigenti in materia di reclutamento nel settore pubblico, creando disparità nella gestione delle risorse umane. I rilievi effettuati hanno chiarito come sia il personale delle strutture territoriali, sia quello dei depuratori fosse coinvolto in queste anomalie. Inoltre, si segnala l’assegnazione di componenti retributive straordinarie, i cosiddetti “superminimi”, in assenza di chiari criteri, sollevando interrogativi sulla trasparenza della gestione delle retribuzioni e sulla possibilità effettiva di riconoscere aumenti basati su requisiti meritocratici.
L’inchiesta ha portato a un danno erariale che ammonta a oltre 5,7 milioni di euro, imputabile a specifici responsabili all’interno della Sma Campania. Le autorità competenti, compresa la Procura contabile, sono giunte a questi risultati attraverso un’analisi dettagliata delle pratiche amministrative. I vertici aziendali, così come alcuni funzionari e dipendenti, sono ora chiamati a rispondere delle proprie azioni alla luce delle accuse. La Guardia di Finanza ha reso noto che i presunti responsabili avranno l’opportunità di esaminare le prove raccolte, presentare deduzioni e, se necessario, essere ascoltati dall’Autorità Giudiziaria contabile. Questa fase dell’indagine rappresenta un’importante opportunità per i coinvolti di chiarire la propria posizione nel contesto di una situazione che ha suscitato grande interesse e indignazione nell’opinione pubblica.