Negli ultimi anni, la dual career ha assunto un’importanza crescente nel contesto sportivo italiano, in particolare negli atenei universitari. Questo sistema, che consente agli atleti di coniugare studio e sport, è diventato un tema centrale di discussione tra esperti e accademici, specialmente in vista delle imminenti Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. Durante il convegno “Il sistema Italia alla prova dei valori Olimpici e Paralimpici” svoltosi all’università Lumsa, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ha evidenziato l’importanza di promuovere questo modello anche negli atenei statali, per garantire un futuro efficace e sostenibile agli atleti italiani.
L’importanza della dual career negli atenei
La dual career rappresenta un approccio innovativo che consente agli atleti di sviluppare parallelamente le loro competenze sportive e accademiche. Negli Stati Uniti, questo sistema è ampiamente adottato, ma in Italia, nonostante i progressi, c’è ancora molto da fare, soprattutto nei contesti accademici. Luca Pancalli ha sottolineato come molti atenei privati abbiano già implementato modelli simili, ma è cruciale che anche le università pubbliche adottino questo approccio. Questo non solo per assistere gli atleti d’élite, ma anche per garantire che possano prosperare in altri ambiti della vita, al di fuori dello sport.
Un’educazione completa degli atleti non è solo fondamentale per il loro sviluppo personale, ma anche per il futuro del sistema sportivo italiano. In un momento in cui gli eventi sportivi stanno guadagnando sempre più rilevanza a livello mondiale, garantire che gli atleti abbiano anche opportunità accademiche contribuisce a creare una cultura sportiva più robusta e sostenibile. Pancalli, in questo contesto, ha esemplificato come l’implementazione della dual career possa trasformare la vita degli atleti e prepararli meglio per le sfide future, sia nel mondo dello sport sia in quello lavorativo.
Le Olimpiadi invernali 2026 come occasione per la crescita
Le Olimpiadi invernali del 2026 rappresentano una pietra miliare non solo per l’Italia, ma per l’intero panorama sportivo internazionale. Durante il convegno, Pancalli ha evidenziato l’importanza di considerare questi eventi non solo come occasioni di competizione sportiva, ma anche come opportunità per insegnare valori fondamentali ai giovani. Collaborazioni tra istituzioni sportive e accademiche possono generare un ambiente propizio alla formazione di atleti completi, capaci di affrontare anche le sfide della vita fuori dalle competizioni.
Parlare di grandi eventi sportivi all’interno delle università serve anche a stimolare la curiosità dei giovani e a orientarli verso un coinvolgimento attivo sia nello sport sia negli studi. Pancalli ha evidenziato come il focus non debba limitarsi solo agli eventi, ma debba anche abbracciare i valori positivi e le opportunità educative derivanti da tali manifestazioni. Con l’approccio giusto, le Olimpiadi del 2026 potrebbero diventare un catalizzatore per una nuova ondata di interesse e partecipazione giovanile, sia nelle discipline sportive sia nell’istruzione superiore.
Contaminare l’interesse dei giovani per lo sport
Infine, Luca Pancalli ha sottolineato il potere della contaminazione culturale, ovvero la capacità di trasferire l’interesse per lo sport nei contesti educativi. È essenziale che i giovani non vedano solo lo sport come un’attività ricreativa, ma come un’opportunità di crescita personale e professionale. L’interazione tra i due mondi, accademico e sportivo, può portare a nuove forme di coinvolgimento e motivazione tra i giovani, che potrebbero scoprire carriere nel mondo dello sport che vanno oltre le competizioni, come la gestione sportiva, la medicina dello sport e la comunicazione.
Per questo motivo, l’integrazione tra le università e le organizzazioni sportive può rivelarsi vantaggiosa in molteplici ambiti. Non solo eleva la qualità della formazione degli atleti, ma crea anche una comunità più forte e più consapevole, in grado di affrontare successi e fallimenti nel modo giusto. Gli eventi Olimpici offrono un contesto perfetto per promuovere questi valori, incoraggiando i giovani a partecipare attivamente e a considerare le opportunità offerte da una carriera sia nello sport che nell’istruzione.
Specialmente in questo periodo di preparazione verso le Olimpiadi invernali del 2026, la spinta verso la valorizzazione della dual career risulta non solo pertinente, ma necessaria per assicurare un futuro più luminoso per gli atleti italiani.