Un episodio inquietante ha scosso la comunità del Vomero, dove nella notte tra venerdì e sabato scorsi, la storica statuetta di San Ciro è stata portata via dall’edicola votiva in via Massimo Stanzione. Questo evento ha suscitato stupore e indignazione tra i residenti, poiché la statuetta era un simbolo importante per la comunità locale, presente in quel luogo dal 1949. L’articolo esplora le reazioni degli abitanti e le speranze di recuperare questo bene affettivo.
La statuetta di San Ciro, patrono dei medici, è scomparsa in circostanze misteriose. Le testimonianze degli abitanti del quartiere descrivono una profonda connessione con la figura di San Ciro, che è diventato un simbolo di conforto e devozione nel corso degli anni. “Ogni sera prima di rientrare a casa, passavo davanti all’edicola votiva per farmi il segno della croce,” racconta Anna, una volontaria della parrocchia di San Gennaro al Vomero. La sua dichiarazione mette in evidenza il forte legame emotivo che la comunità ha con questa statuetta, che nel tempo ha assunto un valore non solo materiale, ma anche spirituale.
Il quartiere, noto per la sua vivace vita comunitaria, ha sempre visto la statuetta come un punto di riferimento, una presenza rassicurante per molti. Purtroppo, ora la mancanza di San Ciro ha lasciato un vuoto palpabile e una sensazione di angoscia tra le persone che lo veneravano. “Non capisco chi possa provare fastidio per una statuetta. Speriamo che qualcuno possa restituirla,” aggiunge Anna, esprimendo il desiderio collettivo di riavere indietro un simbolo tanto amato.
Nicola Campoli, responsabile dell’Area affari istituzionali dell’Unione industriali di Napoli, è stato tra i primi a denunciare la scomparsa sui social media. “Questa edicola votiva rappresenta uno dei luoghi più significativi del Vomero,” sottolinea Campoli, rivelando il suo attaccamento personale e quello della sua famiglia verso la statuetta. Spiega che, nonostante non abbia un valore economico di rilievo, il significato affettivo della statuetta è inestimabile per la comunità.
Campoli ha evidenziato l’assenza di segni di scasso e il fatto che il vetro della teca fosse integro, suggerendo che la statuetta non sia stata rubata per scopi di rivendita, ma piuttosto come espressione di vandalismo. “All’interno dell’edicola sono stati sottratti anche dei voti in argento, come gambe e cuori,” nota, un ulteriore elemento che complica il puzzle di questa scomparsa.
La presidente della V Municipalità, Clementina Cozzolino, ha espresso il suo rammarico per il gesto, definendolo mortificante. Riferendosi a un episodio simile avvenuto in passato, quando una statua della Madonnina fu decapitata da alcuni ragazzi, Cozzolino invita i cittadini a rispettare i beni comuni. Ha esortato la comunità a collaborare, per cercare di identificare i colpevoli e garantire il ritorno di San Ciro.
Con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, la comunità e le autorità locali nutrono la speranza di fare luce su questa inquietante scomparsa. La presidente Cozzolino ha ribadito che azioni di questo tipo dovrebbero essere maggiormente stigmatizzate. “Se questa statuetta è stata sottratta con l’intento di rivenderla, ci sono alte probabilità che venga rintracciata,” ha affermato.
Nel frattempo, il clima di apprensione regna tra i residenti, che continuano a chiedere il ritorno del loro simbolo. La comunità del Vomero è unita in questa richiesta e rimane vigile, poiché molti credono fermamente nel potere della devozione e nella forza della solidarietà locale. La speranza è che la statuetta di San Ciro possa tornare al suo posto, restituendo il senso di normalità e sicurezza che la comunità ha sempre trovato nella sua presenza.