La recente iniziativa della società Napoli di festeggiare lo scudetto allo Stadio Maradona ha sollevato interrogativi di carattere pubblico e legale. La scelta di organizzare l’evento è stata motivata non solo dalla celebrazione della vittoria, ma anche dalla volontà di gestire in modo controllato l’afflusso dei tifosi, prevenendo potenziali problematiche di ordine pubblico. I proventi della vendita dei biglietti, fissati a un prezzo simbolico, sono stati destinati a coprire i costi dell’evento, con l’excedente devoluto in beneficenza, a favore dell’associazione “Maestri di Strada”.
Il club di calcio Napoli, diretto dal presidente Aurelio De Laurentiis, ha optato per una gestione autonoma delle celebrazioni. Inizialmente, l’orientamento della società si è sviluppato nell’ambito di incontri con la Prefettura e vari enti coinvolti, in cui si è discusso del modo migliore per festeggiare la vittoria senza compromettere la sicurezza pubblica. Il Presidente ha proposto l’uso dello Stadio Maradona, una struttura storicamente legata alla città e alla squadra, per contenere e gestire l’afflusso dei sostenitori in previsione del festeggiamento a seguito della partita.
La decisione di utilizzare l’impianto è stata fondamentale per garantire che la manifestazione si svolgesse senza intoppi. La scelta del prezzo simbolico per i biglietti ha avuto un duplice scopo: coprire i costi di allestimento e massimizzare la partecipazione della comunità, trasmettendo al contempo un messaggio di solidarietà e filantropia. Tutti i ricavati residuali, dopo le spese, saranno devoluti a scopi benefici, formando un legame tra la squadra e il territorio.
Un altro aspetto saliente è la recente decisione della Corte dei Conti, che ha riconfermato la titolarità esclusiva del Napoli sull’impianto Maradona. Tale decisione, che si è resa necessaria a seguito di una segnalazione avviata dalla procura contabile, ha chiarito diversi punti giuridici controversi. Secondo quanto stabilito dalla Corte, la società ha il diritto di utilizzare lo stadio per le sue manifestazioni, che si tratti di eventi sportivi o concerti.
La tesi sostenuta dalla procura, che cercava di affermare che lo stadio fosse proprietà del Comune, è stata respinta. Tuttavia, resta stabilito che il Comune possiede i diritti sul periodo residuo dalla fine del campionato fino all’inizio della fase di preparazione della squadra, in cui è consuetudine effettuare concerti e altre manifestazioni. Questa sentenza rappresenta un punto di riferimento per il futuro, evidenziando come gli eventi possono essere gestiti a discrezione della società, indipendentemente dalla presenza della squadra in campo.
La decisione della Corte dei Conti non solo ha risolto la controversia sulla titolarità dell’impianto, ma ha anche aperto a considerazioni più ampie sul concetto di utilizzo degli spazi pubblici in relazione agli eventi privati. Essa sancisce un principio importante: gli spazi possono essere considerati patrimonio della comunità, ma la loro gestione può e deve essere delegata a entità private come la società di calcio Napoli.
Il messaggio è chiaro: il club ora ha la libertà di utilizzare lo Stadio Maradona per qualsiasi tipo di manifestazione, una possibilità che può essere sfruttata per eventi futuri, concerti, e celebrazioni che vanno oltre le sole partite di calcio. Questa libertà, però, deve andare di pari passo con la responsabilità di garantire che tali eventi siano organizzati in modo sicuro e rispettoso delle normative locali. La ripercussione di questa sentenza si farà sentire in tutto il panorama sportivo italiano, influenzando potenzialmente la gestione di altri impianti sportivi in città e regioni.