Stellantis Pomigliano d’Arco: aumento produzione Panda e riduzione del Tonale, i sindacati si mobilitano

La recente comunicazione della direzione dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco ha suscitato forti reazioni da parte dei sindacati, poiché segna un cambiamento significativo nella produzione di due modelli chiave: la Panda e l’Alfa Romeo Tonale. Mentre l’azienda annuncia un aumento nella produzione della Panda, i lavoratori si trovano a fronteggiare l’incertezza legata all’impiego e alla mancanza di un piano industriale chiaro, con ripercussioni notevoli sui livelli occupazionali e sui diritti dei dipendenti.

Ristrutturazione della produzione e cassa integrazione

Aumento della produzione della Panda

L’azienda ha proposto un incremento della produzione della Panda, passando da 610 a 790 unità al giorno. Questo cambiamento sarà attuato attraverso una rimodulazione dell’attività lavorativa del sito, fissando le aderenze operative a quattro giorni a settimana. Secondo Stellantis, questa operazione è giustificata dalla necessità di adattare la produzione alle dinamiche di mercato. Tuttavia, il messaggio sotteso è che, nonostante l’aumento della produzione, la scelta di pianificare la produzione su soli quattro giorni lavorativi evidenzia una gestione economica volta al risparmio sui salari, piuttosto che un effettivo investimento nel futuro dello stabilimento.

Riduzione nella produzione del Tonale

Contemporaneamente, la produzione dell’Alfa Romeo Tonale subirà una diminuzione, passando da 400 a 300 vetture al giorno. Questa contrazione è il risultato di un evidente calo nella domanda sul mercato, che ha portato Stellantis a dover adattare il proprio modello produttivo. Come risultato di questa nuova configurazione lavorativa, l’azienda utilizzerà la cassa integrazione per i venerdì del mese di settembre, oltre a coprire il giorno di interruzione già avuto. Questo complesso gioco di numeri sembra rivelare un tentativo dell’azienda di mantenere un equilibrio tra produzione effettiva e contenimento dei costi.

Reazioni dei sindacati e preoccupazioni per il futuro

La risposta della Fiom

Non è tardata ad arrivare la reazione dei sindacati, in particolare della Fiom, che ha espresso preoccupazione per l’assenza di un piano industriale a lungo termine. Mauro Cristiani e Mario Di Costanzo, esponenti sindacali, hanno sottolineato come la decisione di aumentare la produzione della Panda mentre si riduce quella del Tonale evidenzi una strategia volta a massimizzare l’efficienza aziendale tramite l’uso di ammortizzatori sociali. Esprimono quindi la necessità di un progetto industriale più sostanzioso, capace di garantire stabilità occupazionale nel lungo periodo.

L’appello della Fim

Anche Biagio Trapani, segretario generale della Fim di Napoli, ha messo in evidenza le preoccupazioni per un futuro sempre più incerto per i lavoratori dello stabilimento. Trapani ha evidenziato che le scelte attuate dall’azienda non fanno altro che aumentare l’insicurezza nell’ambiente lavorativo, il quale era già stato recentemente liberato dalla cassa integrazione. La mancanza di nuovi modelli da produrre – eccezion fatta per il Tonale e il Hornet, che rientravano nel piano industriale della vecchia FCA – aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione. Trapani ha esortato Stellantis a presentare un piano industriale fermo, che preveda investimenti consapevoli e sostenibili, promesse di nuova occupazione e chiarimenti riguardo al futuro produttivo dello stabilimento di Pomigliano.

Implicazioni per l’occupazione e la realtà economica

L’attuale situazione delinea una crescente preoccupazione per i possibili esuberi, con un totale di circa 150 posti di lavoro a rischio a causa della ristrutturazione produttiva. I sindacati avvertono che è fondamentale trovare un piano di ricollocamento per questi lavoratori e che l’assenza di un piano industriale chiaro potrebbe tradursi in un ulteriore deterioramento della situazione occupazionale in un contesto già fragile.

Il destino dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, una delle colonne portanti della produzione automobilistica italiana, sembra ora legato non solo alle scelte di Stellantis, ma anche alle dinamiche economiche globali e alla capacità dell’industria di adattarsi a mercati in evoluzione. Con l’attuale clima di incertezza, la necessità di un dialogo aperto tra azienda e sindacati sembra più cruciale che mai per garantire un futuro stabile ai lavoratori e alla produzione italiana.

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Redazione