Stephen King, il gigante della letteratura horror, ha deciso di astenersi dal votare agli Oscar di quest’anno, scatenando dibattiti tra i suoi sostenitori e all’interno dell’industria cinematografica. Attraverso un post sulla piattaforma BlueSky, King ha chiarito le ragioni della sua scelta, collegandola agli incendi devastanti che avvolgono Los Angeles, nota come la città del cinema. Il suo messaggio si inserisce in un contesto più ampio di proteste e appelli alla solidarietà verso le vittime degli incendi.
King ha dichiarato che la decisione di non votare per gli Oscar deriva dalla sua frustrazione nei confronti della cerimonia, considerata inadeguata rispetto alla gravità della situazione attuale nella metropoli californiana. L’autore di opere cult come Shining ha evidenziato l’importanza di affrontare le emergenze che affliggono il territorio piuttosto che dedicarsi a celebrazioni sfarzose in un momento di crisi. La scelta di disertare il voto è un gesto simbolico, volto a richiamare l’attenzione sulla devastazione causata da incendi che non risparmiano nemmeno le aree più iconiche della città.
King, che può esprimere il suo voto in tre diverse categorie, ha un passato di critiche nei confronti della cerimonia degli Oscar. In anni recenti, ha alzato la voce contro l’irregolarità delle votazioni, prima accusando l’Academy di favorire i candidati bianchi, ora mettendo in discussione il significato stesso dell’assegnazione dei premi quando altre gravi problematiche rimangono trascurate.
La scelta di King non è isolata, ma si inserisce in un movimento più ampio di dissenso che si sta manifestando a Los Angeles. Molti artisti, spesso esprimendosi in forma anonima, stanno considerando di boicottare gli Oscar, ritenendo non appropriato festeggiare mentre la comunità è colpita da tragedie. La richiesta di King si riflette anche nell’appello di Jean Smart, attrice di Hacks, che ha proposto la cancellazione della diretta della cerimonia sulla rete Abc.
Smart ha suggerito che i proventi derivanti dalla diretta di quest’anno potrebbero essere destinati a sostenere vittime e soccorritori degli incendi, sottolineando l’importanza di aiutare chi si trova in difficoltà. La sua posizione ha guadagnato consensi tra i colleghi e testimonia il crescente senso di responsabilità sociale che anima i membri dell’industria cinematografica.
Negli ultimi mesi, King ha fatto parlare di sé anche per un altro motivo: il suo distacco da Twitter, ora rinominato X sotto la gestione di Elon Musk. Ha chiarito di aver resistito il più a lungo possibile sulla piattaforma, ma ha trovato l’atmosfera diventata troppo tossica per rimanere. L’autore ha invitato i suoi follower a considerare di migrare verso BlueSky o Threads, due alternative che promettono ambienti meno critici e più focalizzati sui contenuti.
Questa transizione rappresenta un tentativo di ritrovare uno spazio di interazione più sano e costruttivo, elementi che King considera essenziali per il dialogo pubblico. La sua presenza su BlueSky, nuova piattaforma in crescita, è seguita con interesse dai fan, che vedono in lui una voce capace di affrontare temi di rilevanza sociale e culturale in modo diretto e appassionato.
Il boicottaggio degli Oscar da parte di figure influenti come King non è solo un gesto simbolico, ma porta con sé alcune implicazioni significative per l’industria cinematografica. Con la crescente impegno di artisti ed attivisti a favore della causa ambientale e socio-culturale, la cerimonia rischia di perdere parte della sua aura celebrativa se non affronterà le problematiche che affliggono la società contemporanea.
Anche altri nomi noti potrebbero seguire l’esempio di King e Smart, spostando l’attenzione verso cause più pressing. Questo cambiamento di paradigma potrebbe portare a una riflessione profonda all’interno dello stesso settore, dove la responsabilità sociale e l’attenzione alle emergenze diventano sempre più centrali nel dibattito pubblico.