Marinella è una madre di 44 anni che vive nel napoletano insieme ai suoi due bambini, di 5 e 7 anni. Le sue parole risuonano come un grido di allerta nei confronti di una realtà inquietante, quella della violenza domestica, che non risparmia nemmeno le madri. Nel pieno di un incubo quotidiano, Marinella ha avviato procedimenti legali che, nonostante l’attivazione del codice rosso, non hanno ancora portato i risultati sperati. Attraverso il suo racconto, emergerà il dramma di una donna in cerca di giustizia e protezione per sé e per i suoi figli.
Marinella ha conosciuto il suo ex marito attraverso Facebook alla fine del 2016. All’epoca, non aveva idea di cosa l’aspettasse. Nel 2017, era già in attesa della sua prima figlia e la relazione si è sviluppata rapidamente. Sedotta da un’apparente normalità, Marinella ha presto cominciato a notare comportamenti inquietanti. “Era aggressivo, ma pensavo fosse una questione caratteriale,” racconta. Con il passare del tempo, le sue intuizioni si sono rivelate corrette: il marito mostrava atteggiamenti sempre più violenti e manesci.
Tra i comportamenti più preoccupanti, Marinella ricorda le notti in cui il marito vagava per casa, inquieto e ansioso. Un episodio in particolare ha segnato una svolta nella loro vita: l’aggressione avvenuta su un’autostrada, quando il marito l’ha scaraventata fuori dall’auto. Nonostante la denuncia, le autorità non hanno intrapreso azioni significative per proteggerla. Le intimidazioni e le minacce facevano parte della quotidianità: un incubo dal quale Marinella non riusciva a svegliarsi.
Nei due anni successivi, Marinella ha sporto diverse denunce per maltrattamenti, denunciando comportamenti che superavano il limite. Le aggressioni fisiche e verbali erano frequenti, e le molestie non si limitavano solo a lei, ma si estendevano ai suoi figli. Inizialmente, Marinella affidava i bambini all’ex marito nel fine settimana, ma ben presto ha notato segni di maltrattamento: tornavano a casa sporchi e spaventati. “Non avevo scelta, dovevo intervenire,” afferma. È così che ha deciso di rimanere a casa del marito nel weekend, per proteggere i bambini da possibili abusi.
Tuttavia, il rischio non era solo per i suoi figli. Marinella si trovava intrappolata in una spirale di violenza, mentre il marito moltiplicava le sue reazioni impulsive. La situazione è diventata insostenibile: le continue esplosioni d’ira, legate a fattori banali come il suono di un cucchiaio nel piatto, segnalavano un disturbo psichiatrico, confermato da un medico che aveva diagnosticato una sospetta bipolarità.
Dopo la separazione, Marinella ha cercato di ricostruirsi una vita, ma il suo ex marito non sapeva accettare la nuova situazione. Ha iniziato a seguirla, minacciandola; “Mi disse che mi avrebbe uccisa se avesse visto qualcuno accanto a me.” Le segnalazioni di stalking hanno portato all’attivazione del codice rosso, ma la risposta delle istituzioni non è stata adeguata. Racconta di un giorno particolare: il 19 marzo, durante una festa di famiglia, il marito si è presentato in un ristorante e ha compiuto un gesto inaccettabile di fronte ai bambini. Nonostante la gravità della situazione, Marinella ha visto la sua richiesta di aiuto ignorata dalle autorità.
Dopo otto anni di lotta contro la violenza e la paura, la sua denuncia è ancora in attesa di risposte. Marinella sottolinea come, nonostante l’affidamento congiunto, la sua ansia non diminuisca: “Lui potrebbe sempre incontrarli e portarseli via.” Con una società che non sembra darle ascolto, Marinella continua a lottare per la sua sicurezza e per quella dei suoi bambini, rimarcando il suo diritto di madre a proteggere i figli. In un contesto in cui la legge sembra abbandonarla, la sua attesa per una risposta significativa continua, in un dramma che denuncia l’inadeguatezza del sistema di protezione nei confronti delle vittime di violenza domestica.