Un episodio di intolleranza ha segnato il soggiorno di un gruppo di studenti napoletani a Venezia per il Gran ballo di Natale. Durante la loro visita, i ragazzi hanno subito insulti e attacchi verbali da parte di alcuni cittadini locali. La vicenda ha suscitato reazioni nel mondo della scuola e della politica, portando anche il sindaco di Venezia a scusarsi con i giovani coinvolti. Questo contrasto di esperienze durante un evento celebrativo solleva interrogativi sulla cultura dell’ospitalità e sulla percezione tra le diverse regioni italiane.
L’avventura di un gruppo di studenti a Venezia
Salvatore Cerbone, un ragazzo di 18 anni rappresentante d’istituto dell’Isis Archimede di Ponticelli, racconta l’entusiasmo con cui è iniziata la loro avventura. La partenza da Napoli, il 19 dicembre, ha segnato l’inizio di un viaggio che prometteva emozioni e divertimento. Il gruppo di venti studenti ha avuto l’opportunità di soggiornare in un hotel di lusso per tre giorni, un’esperienza unica per molti di loro. La prima sorpresa del viaggio è stata l’incontro con la neve, un fenomeno raro per chi vive in una città come Napoli.
Il programma prevedeva momenti di svago e cerimonie, ma già dal loro arrivo hanno avvertito un clima di diffidenza. Salvatore ricorda i momenti spensierati della prima sera, quando, insieme ad alcuni compagni, hanno trascorso del tempo girando per Venezia e facendo nuove conoscenze. L’intenzione era di divertirsi e godere della bellezza della città, ma non sapevano che nei giorni seguenti avrebbero vissuto un’esperienza ben diversa.
L’insulto e l’aggressione verbale
Il giorno successivo, mentre si preparavano per l’importante evento, i ragazzi hanno incrociato nuovamente alcune ragazze conosciute la sera precedente. Purtroppo, l’incontro ha preso una piega inaspettata: una delle ragazze ha iniziato a deridere uno dei compagni di Salvatore, colpendolo anche con uno schiaffo. Sebbene l’incidente con le ragazze si sia chiuso rapidamente, le cose sono precipitate quando hanno incrociato un uomo che, riconoscendo dai loro accenti che si trattava di napoletani, ha cominciato a lanciare insulti.
Salvatore e i suoi amici hanno subito una serie di frasi offensive, con richiami alla loro provenienza e persino insinuazioni omofobe. Questi attacchi sono proseguiti per tutta la strada fino all’hotel, accompagnati da commenti di vari passanti. L’atteggiamento ostile, condiviso anche da altri giovani e adulti, ha lasciato i ragazzi perplessi e amareggiati, in quanto si trovavano semplicemente a godersi una bella esperienza.
Le reazioni e le scuse istituzionali
Dopo aver vissuto questi eventi, Salvatore e i suoi compagni hanno manifestato una profonda rabbia nei confronti degli insulti ricevuti. La sensazione di essere discriminati senza un apparente motivo ha suscitato in loro interrogativi sulla motivazione di tale ostilità. Nonostante la loro gioia e voglia di vivere quel momento, si sono sentiti indegni di tali attacchi.
Non avendo risposto provocatoriamente agli insulti per non fare brutta figura davanti alla preside, i ragazzi hanno trovato sostegno nell’atteggiamento comprensivo della loro leader, che ha denunciato gli episodi sui social. Le parole della preside hanno trovato eco nei media e tra i cittadini, spingendo il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, a scusarsi per i fatti accaduti.
Questo gesto, sebbene tardivo, ha rappresentato un segnale importante. I ragazzi hanno dimostrato grande resilienza e, nonostante tutto, affermano di voler tornare a Venezia, magari per il Carnevale, portando con sé un vento di positività e desiderio di confrontarsi con una cultura diversa dalla loro. Un segnale forte che evidenzia non solo la determinazione dei giovani a non lasciarsi abbattere, ma anche la voglia di costruire relazioni più sane tra diverse realtà regionali.