La situazione delle Super Eagles nigeriane si complica in vista della partita contro la Libia, con il capitano William Troost-Ekong che ha ufficialmente comunicato il rifiuto della squadra di calciatori di disputare l’incontro. Questo improvviso sviluppo è emerso a seguito della revoca dell’autorizzazione all’atterraggio da parte del governo libico, provocando il dirottamento dell’aereo su un aeroporto inadeguato. I calciatori si trovano attualmente in una condizione precaria, senza cibo, acqua o comunicazioni, suscitando preoccupazioni sia per la loro sicurezza che per l’integrità della competizione.
Il capitano Troost-Ekong ha dichiarato su Twitter che la decisione di non giocare è stata presa insieme alla squadra di fronte alla situazione troublante. L’aereo che trasportava la squadra è stato dirottato, senza preavviso, verso un aeroporto diverso, privo delle strutture necessarie per accogliere atleti e staff. Questa mancanza di preparazione ha costretto la squadra a rimanere bloccata all’aeroporto, creando un scenario inaccettabile per un evento sportivo di tale importanza. Secondo le informazioni, il pilota tunisino ha affrontato una situazione senza precedenti, essendo costretto a cercare una soluzione alternativa all’ultimo minuto. L’atterraggio in un luogo non attrezzato ha sollevato interrogativi sulla gestione logistica da parte delle autorità libiche.
Troost-Ekong ha riferito che il pilota ha cercato di trovare un alloggio per far riposare la squadra e il suo equipaggio, ma è stato negato l’accesso a qualsiasi struttura. Adesso i calciatori si ritrovano costretti a pernottare nell’aereo parcheggiato all’aeroporto, senza alcuna comunicazione esterna. Lo stato di emergenza ha portato il capitano a contattare il governo nigeriano, sollecitando un intervento urgente per garantire la sicurezza della squadra, sottolineando l’inadeguatezza della situazione. Inoltre, Troost-Ekong ha chiesto alla Confederazione Africana di Calcio di intraprendere un’indagine su quanto accaduto per affrontare presunti abusi e inadempienze.
La situazione sembra essere aggravata da una retorica di accuse reciproche tra le federazioni calcistiche delle due nazioni. Si vocifera che l’episodio possa essere considerato come una “vendetta” da parte della Federcalcio libica, che si era lamentata in merito a un trattamento simile ricevuto durante la scorsa trasferta in Nigeria. Durante quel viaggio, il volo che avrebbe dovuto atterrare a Lagos fu dirottato a Port Harcourt poche ore prima dell’arrivo, creando tensioni tra i due paesi. Gli eventi attuali non solo minacciano la sicurezza dei giocatori, ma potrebbero anche compromettere la reputazione delle rispettive federazioni calcistiche nel contesto delle competizioni regionali.
Con il futuro della partita in seria discussione, l’attenzione si concentra ora sulla reazione delle autorità e sull’eventuale soluzione che dovrà essere adottata per garantire che il calcio continui a essere un simbolo di unità e sportività nel continente africano.