Un recente provvedimento del TAR Piemonte ha sollevato interrogativi e discussioni sulla gestione della sicurezza per gli eventi sportivi in Italia, in particolare riguardo ai divieti di trasferta per i tifosi. Questo caso è emerso in occasione della partita Juventus-Napoli, dove un tifoso con diritti di accesso allo stadium ha potuto assistere alla partita nonostante un divieto imposto dal Prefetto di Torino. Analizziamo le implicazioni di questa decisione per le trasferte future dei tifosi.
Il caso Juventus-Napoli e il ruolo del TAR
Il provvedimento emesso dal Presidente del TAR Piemonte ha avuto un impatto notevole nel contesto della trasferta dei tifosi napoletani, in particolare per la successiva partita Empoli-Napoli. L’avvocato Erich Grimaldi ha espresso la convinzione che questo decreto rappresenti una svolta nel confronto tra ordine pubblico e diritto dei tifosi di seguire la propria squadra. Il TAR ha accolto la richiesta di annullamento del divieto di trasferta per mancanza di giustificazioni adeguate, considerando che tale divieto era stato emesso in risposta a scontri precedenti fra tifoserie diverse da quella coinvolta nell’incontro.
La pronuncia del TAR ha sottolineato che il divieto di trasferta deve sempre essere supportato da motivazioni forti e specifiche, non generali, e ha evidenziato l’urgenza di un’approccio più equilibrato nella gestione delle trasferte. Questo perché il provvedimento di divieto di trasferta era stato reputato eccessivo rispetto alla situazione particolare, con scenari di isolamento per il tifoso, in questo caso assistente con il figlio.
Il principio di giustificazione delle misure restrittive
Il principio stabilito dal TAR Piemonte ha avuto riscontri nelle decisioni relative agli eventi sportivi successivi. Le autorità competenti, in occasione della partita Empoli-Napoli, hanno optato per misure di sicurezza più rigorose piuttosto che per un divieto totale di partecipazione dei tifosi napoletani. Questo approccio ha l’obiettivo di evitare nuovi ricorsi legali e interpretazioni negative da parte del tribunale.
Le norme impositive in materia di ordine pubblico devono, perciò, essere fondate su fatti concreti e condizioni reali, piuttosto che su timori astratti. Questo trasforma la gestione della sicurezza in un tema delicato, dove ogni divieto deve essere ben motivato e proporzionato. Le decisioni devono tener conto della necessità di garantire la sicurezza senza negare il diritto di partecipazione ai tifosi, creando un contesto di dialogo e cooperazione fra le diverse parti coinvolte.
Implicazioni per le politiche di sicurezza
La decisione del TAR Piemonte evidenzia la necessità di un bilanciamento fra ordine pubblico e libertà di movimento dei tifosi. È evidente che, in tempi recenti, i divieti di trasferta sono stati utilizzati frequentemente come misura preventiva per scongiurare possibili episodi di violenza. Però, le autorità devono andare oltre l’adozione di misure generalizzate e discriminanti, considerando un approccio personalizzato alle esigenze di sicurezza in ogni specifico caso.
Le misure alternative, come un potenziamento delle forze di sicurezza e la predisposizione di zone dedicate per i tifosi, possono rappresentare una via da seguire. È fondamentale che tali opzioni siano esplorate per mantenere alta la sicurezza senza compromettere i diritti dei tifosi. In questo modo si favorisce anche un clima di responsabilizzazione tra gli appassionati, riducendo le tensioni anziché alimentarle.
Monitoraggio e responsabilità condivisa
Infine, rimane cruciale per le autorità monitorare attentamente le dinamiche che si sviluppano durante le partite ad alto rischio. Le attuali politiche nel trattamento delle trasferte dovrebbero quindi promuovere la responsabilità collettiva tra club, autorità e tifosi, mirando a un’implementazione dei protocolli di sicurezza che non comporti il sacrificio delle libertà civili.
È necessario creare un contesto normativo che assicuri una gestione delle trasferte orientata alla proporzionalità e alle evidenze. Dovrebbe rimanere chiaro che ogni provvedimento restrittivo richiede un’attenta analisi per determinare se le preoccupazioni di sicurezza siano giustificate e nel contesto delle realtà locali. Questo approccio contribuirà a costruire una cultura calcistica più sana e rispettosa dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, affinché si possa celebrare lo sport senza conflitti.