Due detenuti di nazionalità marocchina hanno cercato di scappare dal carcere minorile di Nisida, al largo di Napoli. L’episodio, che ha avuto luogo nella giornata di ieri, è stato riportato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria tramite il vicecoordinatore regionale campano, Sabatino De Rosa. Questo tentativo ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione delle strutture carcerarie minorili.
Secondo quanto riferito, il tentativo di evasione è avvenuto quando uno dei due detenuti è stato avvistato mentre si nascondeva su di un palo situato nelle vicinanze del Terzo Reparto del carcere. Grazie a un rapido intervento delle forze di polizia penitenziaria, il primo detenuto è stato recuperato senza particolari difficoltà. Il secondo, invece, è stato rintracciato dopo circa 30 minuti. Si trovava quasi alla base dell’isola, celato tra la vegetazione ormai abbandonata che circonda la struttura. Questi eventi hanno messo in luce criticità riguardo alle misure di sicurezza attuate nel carcere, nonché la necessità di rivedere le procedure operative per prevenire simili episodi.
Il SAPPE ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla gestione dell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. De Rosa ha dichiarato che “la catena di comando non sembra più essere in grado di affrontare le sfide e le problematiche attuali.” Secondo il sindacato, la gestione del personale non rispecchia le necessità operative né il rispetto delle gerarchie interne. Questa situazione ha generato un clima di forte demotivazione tra gli agenti, i quali “non si sentono supportati nel loro lavoro quotidiano.”
Nella denuncia, il SAPPE ha anche evidenziato che è giunto il momento per il Dipartimento della Giustizia minorile di considerare un cambio di leadership all’interno dell’IPM, poiché il direttore attuale ricopre il ruolo da ben 25 anni. La richiesta di un avvicendamento mirerebbe a introdurre nuove strategie e approcci nella gestione della struttura, con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza e un ambiente di lavoro più equilibrato per il personale.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha manifestato la sua solidarietà ai poliziotti penitenziari di Nisida, sottolineando però il fallimento del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità . Capece ha messo in evidenza che “la creazione di questo dipartimento era stata concepita per fornire un supporto adeguato nelle cause di esecuzione penale esterna.” Con il passare degli anni, però, le competenze sono state trasferite ad esso, e diverse iniziative, come i Centri di Prima Accoglienza, sono stati ridotti o eliminati.
Questa riduzione dei servizi ha portato alla creazione di una situazione di sovraccarico all’interno delle carceri minorili e a un elevato numero di detenuti. Capece ha segnalato l’importanza di riaprire i centri e i servizi che sono stati soppressi, ritenendo che “la loro mancanza limiti le possibilità di intervento efficace nei confronti dei giovani in difficoltà.”
Secondo Capece, le recenti decisioni politiche hanno solo aggravato la situazione. La chiusura di molti Centri Diurni Polifunzionali ha privato le comunità di risorse fondamentali per il supporto ai giovani in difficoltà. Inoltre, il dibattito attuale sulla riapertura delle comunità che erano state chiuse a causa dei costi e della gestione inefficace destano preoccupazioni. Capece ha sottolineato come queste strutture, quando affidate a privati senza la supervisione del personale penitenziario, possano deteriorarsi rapidamente e non soddisfare il bisogno reale di supporto.
La denuncia di Capece mette in evidenza anche l’inefficacia del DGMC nella gestione delle risorse e delle energie destinate ai minori detenuti. Questo ha portato a un carico eccessivo di lavoro sui poliziotti penitenziari e ha compromesso la loro capacità di intervenire adeguatamente. Il sindacato ha così chiesto un intervento diretto da parte del Ministero della Giustizia per affrontare queste problematiche e migliorare le condizioni nel sistema penale minorile.