Nella mattinata di ieri, si è verificato un tentativo di fuga all’interno del carcere di Secondigliano, precisamente nel reparto detentivo “Mediterraneo”. Grazie alla prontezza e alla competenza della Polizia Penitenziaria, il recluso di etnia rom è stato immediatamente bloccato prima che potesse allontanarsi dall’istituto. Questo episodio mette in luce le difficoltà operative che il personale penitenziario deve affrontare quotidianamente.
La dinamica della fuga
Il tentativo di evasione, avvenuto in un breve lasso di tempo, ha coinvolto un detenuto che ha messo in atto una manovra audace: è riuscito a raggiungere il tetto della guardiola e successivamente si è calato lungo il muro perimetrale dei passeggi, finendo nell’area intercinta dell’istituto. La rapidità dell’azione ha permesso al detenuto di guadagnare terreno, ma le sue intenzioni non sono passate inosservate.
Un agente di polizia penitenziaria, in servizio al momento, ha tempestivamente allertato i superiori e ha attivato l’Ispettore della Sorveglianza Generale, nonché una squadra di agenti dedicati alla ricerca del fuggitivo. Durante le operazioni di ricerca, i poliziotti hanno rinvenuto una corda con gancio, un chiaro segnale della premeditazione del recluso.
La caccia è durata poco, e gli agenti sono riusciti a localizzare il detenuto, nascosto tra la vegetazione di un terreno agricolo adiacente. L’operazione di recupero ha evidenziato l’abilità e il coordinamento del personale, fondamentale per il mantenimento dell’ordine nella struttura carceraria.
L’importanza dell’intervento della polizia penitenziaria
Il fatto di cronaca è stato commentato dal Segretario Generale Aggiunto del Si.N.A.P.Pe, Luigi Vargas, che ha lodato il coraggio e la preparazione degli agenti coinvolti, sottolineando però le crescenti difficoltà che il personale di Polizia Penitenziaria sta affrontando. Vargas ha evidenziato la preoccupante carenza di personale, che costringe i poliziotti a turni massacranti, compromettendo così il loro benessere psicofisico e, di conseguenza, la sicurezza del sistema penitenziario stesso.
Il segretario ha dichiarato: “I nostri agenti hanno dimostrato professionalità e prontezza, prevenendo una situazione che avrebbe potuto avere gravi conseguenze. Tuttavia, le condizioni lavorative sono sempre più difficili e richiedono un intervento urgente per migliorare la situazione.”
Appelli per un intervento immediato
Pasquale Gallo, Segretario Nazionale del Si.N.A.P.Pe, ha ulteriormente ribadito le preoccupazioni riguardo allo stato del sistema penitenziario italiano. Secondo Gallo, l’episodio di ieri rappresenta un chiaro indicativo del collasso del sistema, aggravato dalla carenza di personale. Le richieste di intervento, sia a livello locale che nazionale, nonostante le segnalazioni, sembrano essere rimaste inascoltate.
Gallo ha dichiarato: “Non possiamo più tollerare che i nostri agenti lavorino in condizioni gravose, mettendo a rischio non solo la loro vita, ma anche quella dei cittadini.” Il sindacato, quindi, rinnovato, fa appello alle autorità competenti affinché sia attuata una revisione delle attuali condizioni di lavoro e venga garantita l’assunzione di nuovo personale. Un intervento immediato è vitale per garantire un ambiente sicuro sia per gli agenti sia per i detenuti, affermando così il diritto alla sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie.