Questa mattina, 6 dicembre, i residenti della zona dei Campi Flegrei sono stati colti di sorpresa da un terremoto che ha colpito l’area di Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida. La scossa, avvenuta alle 5.33, ha avuto una magnitudo di 3.4 ed è stata chiaramente percepita anche nei quartieri limitrofi di Napoli, tra cui Agnano e Fuorigrotta. Questo episodio sismico è solo l’ultimo di una serie di eventi che hanno ripristinato l’attenzione sulla stabilità geologica della zona.
L’epicentro e la profondità del sisma
L’epicentro del terremoto si è localizzato tra i Gerolomini e l’Accademia Aeronautica, a una profondità di poche centinaia di metri sotto il livello del suolo, secondo le prime stime dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia . Questa caratteristica della scossa rende il fenomeno particolarmente ravvicinato e, quindi, più avvertito dalla popolazione. Il fatto che il terremoto sia avvenuto nelle prime ore del mattino ha amplificato la sensazione di paura e sorpresa tra i residenti, che si sono ritrovati svegliati di soprassalto.
Il sisma è stato accompagnato da un vero e proprio sciame sismico, che ha visto la registrazione di oltre dieci scosse a partire dalle due di questa notte. Tra queste, si segnalano tre scosse significative: una di magnitudo 1.9 alle 1.59, un’altra di 1.4 alle 5.37 e infine una di 1.3 alle 6.19. Questo incremento di attività sismica ha destato preoccupazioni tra abitanti e esperti del settore, poiché indica un possibile aumento della pressione sotterranea nell’area.
Magma e rischio terremoti: la situazione nei Campi Flegrei
L’attenzione nei Campi Flegrei ha ripreso vigore dopo recenti studi che hanno analizzato il flusso di magma e la frequenza dei terremoti nella zona. Una pubblicazione su Nature ha evidenziato numerosi rischi legati alla sismicità e ha sottolineato l’importanza di adeguare le strutture per ridurre la mortalità, stimata in un potenziale calo del 70% se si adottassero misure preventive.
In particolare, uno studio coordinato dall’INGV ha messo in guardia sulla intensificazione dei terremoti, avvertendo che il fenomeno del sollevamento del suolo sta predisponendo il territorio a scosse di maggiore entità. Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha chiarito in modo inequivocabile che il magma è risalito a circa sei chilometri di profondità, a partire da un serbatoio situato a circa otto chilometri. Questa osservazione suggerisce un aumento della pressione interna che potrebbe sfociare in eventi sismici più severi.
Impatti sui residenti e preparazione a futuri eventi
Il terremoto di oggi ha riacceso i timori tra i cittadini dei Campi Flegrei, già gravati da una storia di attività vulcanica e sismica che risale a secoli fa. Avvertimenti e aggiornamenti istituzionali hanno cominciato a diffondersi, incoraggiando i residenti a rimanere calmi e a mantenere una preparazione adeguata in caso di futuri eventi sismici.
Le scosse che hanno colpito la zona richiamano l’importanza di un’adeguata sensibilizzazione della popolazione su come comportarsi in caso di terremoto. I rappresentanti locali stanno attivando misure di comunicazione pubblica per garantire che i cittadini siano pronti a gestire eventuali emergenze. Le simulazioni e gli allenamenti di evacuazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro sono un passo fondamentale per assicurare la sicurezza della comunità in una zona così vulnerabile.
L’ormai nota instabilità dei Campi Flegrei pone la necessità di vigilanza continuativa, sia da parte delle autorità che degli stessi cittadini. L’analisi scientifica della situazione, l’educazione alla sicurezza sismica e una risposta rapida alle emergenze rimangono i pilastri su cui si deve costruire la serenità di un territorio a rischio.