Un pareggio senza reti tra Torino e Lecce, nell’ottava giornata di campionato, ha consentito ai granata di mantenere momentaneamente il contatto con la vetta della classifica, dove si colloca la Juventus. Tuttavia, il risultato del match, che ha visto un Torino opaco, lascia l’amaro in bocca per le occasioni non sfruttate. Al termine della gara, il Lecce può esultare per il prezioso punto conquistato, nonostante la sensazione di aver potuto fare anche di più.
Alla vigilia della partita, il tecnico Ivan Vanoli decide di mantenere ben dieci undicesimi della formazione schierata a Venezia, due settimane fa. L’unico cambio riguarda la posizione di Pedersen, sostituito da Lazaro, con l’alternanza nelle posizioni difensive. Con l’inserimento di Adams accanto a capitan Zapata, la mediana vede la presenza di Ricci e Ilic a supporto di Linetty. La difesa è formata nuovamente dal trio Vojvoda, Coco e Masina, segnale di continuità e ricerca di stabilità.
Fin dall’inizio, il Torino rivela difficoltà nel concretizzare le proprie azioni, chiudendo il primo tempo con zero tiri in porta. La manovra è lenta e imprecisa, risultando lontana dagli standard di gioco brillanti mostrati in precedenza. Le scelte tecniche e offensive non si traducono in occasioni reali, lasciando l’impressione che la squadra stia attraversando una fase di stagnazione.
Il Lecce, guidato da Gotti, affronta la partita con una strategia ben definita. La scelta di schierare Rebic come unica punta in un 4-2-3-1 si rivela incisiva, con un supporto offensivo proveniente da Morente, Berisha e il nuovo acquisto Rebic. La squadra salentina, ben organizzata, sfrutta le ripartenze e si rende pericolosa in più occasioni, mettendo in difficoltà il portiere granata Milinkovic-Savic, il quale emerge come protagonista nel corso della partita.
Nonostante la buona organizzazione, il Lecce non riesce a concretizzare il predominio offensivo in termini di reti. Morente e Krstovic solleticano il palo, mentre un tiro di Berisha risulta centrale e facile preda di Milinkovic-Savic. I salentini avrebbero potuto rammaricarsi di non aver approfittato delle occasioni, rendendosi conto che il pareggio, sebbene utile, non rende giustizia alla prestazione offerta.
Durante la partita, gli spettatori della Maratona non lesinano striscioni contro il presidente Cairo, sottolineando il malcontento nei confronti della gestione della squadra. “Le buone prestazioni non cambiano le nostre intenzioni, Cairo fuori dai cogl….” recita il messaggio, rivelando una frustrazione palpabile che si riflette sull’atmosfera del match. La contestazione mette in evidenza le difficoltà interne al club, che rischiano di influenzare ancor di più le prestazioni future.
L’inizio del secondo tempo segna un cambio per entrambe le squadre. Vanoli inserisce Sosa al posto di Pedersen, mentre Gotti risponde togliendo Pierret, ammonito, per Coulibaly. Tuttavia, nonostante le modifiche, il Torino non riesce a trovare il ritmo e a creare occasioni significative, mentre il Lecce continua a impensierire la difesa avversaria. Milinkovic-Savic si conferma indiscusso protagonista, compiendo parate decisive e mantenendo la porta inviolata.
Al terminare della partita, il Torino può solo riflettere su un match che, per quanto si potesse ritenere favorevole, non ha portato ai punti desiderati. Chiudono la gara con tre tiri, ma di questi nessuno in porta, evidenziando una serata negativa sotto il profilo offensivo. Dall’altra parte, il Lecce esce con un buon punto, capace di consolidare la sua posizione in classifica.
Per il Torino le sfide non si fermano qui; nell’anticipo di venerdì, la squadra affronterà il Verona, sperando di capitalizzare meglio le opportunità. Il Lecce, invece, giocherà al “Via del Mare” contro il Parma, alla ricerca di conferme e punti preziosi per la propria stagione. Entrambe le squadre sono ora chiamate a migliorare le rispettive prestazioni affinché possano ambire a obiettivi più ambiziosi.