Torre del Greco, famosa per il suo corallo e i suoi paesaggi mozzafiato, accoglie Vincenzo Sorrentino, un cittadino tornato dopo una lunga permanenza negli Stati Uniti. La sua esperienza, ora da “turista”, offre spunti interessanti sulle trasformazioni sociali e culturali della città nel corso degli anni. I suoi racconti mettono in luce le differenze tra la vita negli USA e quella nella sua amata Torre del Greco, la città che ha lasciato in cerca di opportunità e che ora vive con occhi nuovi.
Vincenzo Sorrentino è uno dei tanti giovani che negli anni ’80 hanno abbandonato Torre del Greco per inseguire il cosiddetto “sogno americano”. Partire per gli Stati Uniti non era solo una questione di ricerca di lavoro, ma anche una fuga da una realtà difficile, in un periodo in cui il lavoro scarseggiava e le opportunità erano limitate, specialmente nel Sud Italia. Dopo 38 anni trascorsi a Las Vegas, Vincenzo ha deciso di dedicare parte delle sue vacanze a ritrovare il legame con la sua città natale.
Durante la sua permanenza, nonostante le visite precedenti ai familiari, ha avuto l’opportunità di osservare con maggiore attenzione la sua “vecchia” città. Il rapido passare del tempo ha portato alcuni cambiamenti evidenti, ma anche molte somiglianze. Negli ultimi anni, a causa delle restrizioni di viaggio imposte dalla pandemia di COVID-19, il suo ritorno ha assunto una nuova dimensione: quella di un cittadino che guarda alla propria casa con la curiosità di un estraneo.
La nostalgia si unisce a un’analisi critica della città. Convivere tra ricordi e realtà attuale diventa una sfida per Vincenzo, che si ritrova a navigare le strade familiari, ora cariche di nuove storie e suggestioni. I suoi racconti, mescolando napoletano, italiano e slang americano, offrono un’affascinante visione della sua esperienza tra passato e presente.
Nel suo racconto, Vincenzo non esita a elogiare le bellezze naturali di Torre del Greco: “È una città bellissima. C’è un panorama unico, si mangia bene,” afferma con entusiasmo. Tuttavia, evidenzia anche le difficoltà pratiche che ha riscontrato, specialmente legate ai trasporti pubblici. Per facilitare i suoi spostamenti, ha deciso di noleggiare un’auto, un’opzione che gli ha permesso di esplorare la città in tutta libertà, senza l’ansia di dover dipendere dai mezzi pubblici, che ritiene inefficaci e disorganizzati.
Vincenzo osserva che il caos urbano si presenta in modo tangibile, con automobili che si muovono freneticamente e conducenti che non sembrano rispettare regole di circolazione. “Tutti si muovono in maniera confusa, si fermano ovunque,” prosegue, rimarcando un contrasto netto con la vita ordinata che ha conosciuto a Las Vegas. “In America, un waterfront come la Litoranea sarebbe certamente pedonale. Ma qui… perché tutte queste auto?”
Questo confronto mette in evidenza un aspetto della vivibilità a Torre del Greco che spesso viene trascurato. La mancanza di spazi pedonali ben definiti e di una pianificazione urbanistica più attenta sembra essere un problema comune, al quale la comunità locale potrebbe lavorare per trovare soluzioni efficaci, aumentando così l’attrattiva della città per i turisti e per i residenti stessi.
Nonostante le meraviglie della sua città natale, Vincenzo non può fare a meno di notare la carenza di controlli e di ordine pubblico. “Non ci sono soldi per i controlli? Allora fate più multe,” dice con un tono diretto, esprimendo un’opinione che riflette la sua esperienza di vita in un ambiente diverso. La sensazione di anarchia che percepisce nel traffico e nella gestione della sicurezza comune lo spinge a chiedere una riforma.
Sebbene il suo punto di vista possa apparire radicale, sottolinea un tema ricorrente in molte comunità: la necessità di una maggiore regolamentazione per garantire la sicurezza e migliorare la qualità della vita. La mancanza di presidi e controlli non solo influisce sull’ordine pubblico, ma ha anche ripercussioni dirette sull’economia locale.
“Se non c’è ordine, la gente non viene,” sostiene Vincenzo, evidenziando la connessione tra ordine sociale e sviluppo economico. La sua proposta è chiara: un aumento delle multe e delle sanzioni potrebbe contribuire a stabilire un contesto più civile, dove la sicurezza e il rispetto delle regole diventano la norma. La sua esperienza a Las Vegas gli ha insegnato che un ambiente ben controllato è spesso il presupposto per un prospero turismo e un aumento di opportunità lavorative.
L’esperienza di Vincenzo Sorrentino a Torre del Greco non è solo un semplice ritorno a casa, ma un viaggio ricco di riflessioni e spunti per una città che, nonostante i cambiamenti, sembra ancora imprigionata nelle sue contraddizioni.