L’Italia perde un grande protagonista del calcio: Totò Schillaci, l’attaccante che ha incantato il paese durante i Mondiali del 1990, è deceduto all’età di 59 anni dopo aver combattuto per diverso tempo contro un tumore. Ricoverato nel reparto di Pneumologia dell’Ospedale Civico di Palermo, lasciò un’eredità indelebile nel cuore dei tifosi e nel panorama calcistico italiano.
La carriera di Totò Schillaci: dagli inizi al grande palcoscenico
Primi passi e ascesa nel mondo del calcio
Nato e cresciuto nel quartiere popolare di San Giovanni Apostolo a Palermo, Totò Schillaci iniziò a coltivare la sua passione per il calcio nelle giovanili dell’Amat Palermo. La sua carriera da professionista decollò nel 1982, quando firmò con il Messina in Serie C2. È nella stagione 1985-86 che si segnalò, contribuendo con 11 reti alla promozione della squadra in Serie B. Tuttavia, la stagione successiva fu caratterizzata da infortuni, limitando la sua produzione realizzativa a solo 3 gol.
Il grande salto in Serie A
La vera esplosione di Schillaci avvenne nella stagione 1988-89, quando il tecnico Zdeněk Zeman subentrò sulla panchina del Messina. Sotto la sua guida, l’attaccante segnò 23 gol, diventando capocannoniere della Serie B. Il suo rendimento non passò inosservato, tanto che nel 1989 venne ingaggiato dalla Juventus per un corrispettivo di 6 miliardi di lire. L’esordio in Serie A avvenne il 27 agosto 1989 contro il Bologna, e nella sua prima stagione in bianconero mise a segno 15 gol in 30 partite, guadagnandosi il soprannome di “Totò-Gol“. Con la Juventus, Schillaci conquistò anche la Coppa Italia e la Coppa UEFA.
L’apice della carriera: Italia ’90 e il riconoscimento mondiale
Il trionfo ai mondiali e il soprannome di “capocannoniere”
Il 1990 rappresentò un anno cruciale per Schillaci. Durante la Coppa del Mondo svoltasi in Italia, divenne il protagonista inaspettato della Nazionale. Schillaci si distinse con prestazioni straordinarie, segnando 6 gol, che gli permisero di aggiudicarsi il titolo di capocannoniere del torneo. La nazionale italiana chiuse la competizione in terza posizione, un risultato che accrebbe la popolarità del giocatore. Inoltre, fu eletto miglior giocatore del torneo, consolidando ulteriormente la sua carriera. La sua impresa calcistica è rimasta iconica, tanto da diventare parte della cultura popolare grazie alla canzone “Un’estate italiana“, interpretata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato.
La carriera post-mondiale e il passaggio all’Inter
Dopo il Mondiale, Schillaci giocò altre due stagioni con la Juventus, ma con una produzione realizzativa inferiore. Con l’arrivo di Gianluca Vialli, trovò meno spazio in squadra e nel 1992 decise di trasferirsi all’Inter per 8,5 miliardi di lire. Nel club nerazzurro, Schillaci continuò a segnare, totalizzando 11 gol in due stagioni. La sua avventura con l’Inter, tuttavia, non fu priva di alti e bassi, e nel 1994 si trasferì in Giappone al Júbilo Iwata, diventando il primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese.
Vita dopo il calcio: l’impegno sociale e la partecipazione nei media
Attività post-carriera e impegno nella comunità
Dopo il ritiro dal calcio nel 1999, Totò Schillaci si dedicò alla gestione del centro sportivo per ragazzi “Louis Ribolla” a Palermo, contribuendo alla formazione delle nuove generazioni di calciatori. In aggiunta al suo impegno nel mondo del calcio giovanile, nel 2001 si candidò come consigliere comunale di Palermo con Forza Italia, venendo eletto con circa 2.000 voti. Tuttavia, si dimise dopo due anni.
Partecipazione ai reality e ultime apparizioni
La personalità di Schillaci lo portò anche nel mondo dello spettacolo. Nel 2004 partecipò al reality show ‘L’isola dei famosi’ e nel 2008 recitò nel film “Amore, bugie & calcetto“. Successivamente, nel 2021, prese parte alla decima edizione di ‘Pechino Express’ insieme alla moglie Barbara. La sua vita, segnata da successi e sfide, ha trovato modo di rimanere connessa al pubblico anche dopo la fine della sua carriera calcistica.
Un percorso che ha affascinato intere generazioni di tifosi e appassionati di sport, ora rimarrà nel ricordo collettivo come parte della storia calcistica italiana.