Un’esplosione devastante ha colpito una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio a Ercolano, provocando la morte di tre giovani. L’immobile dove è avvenuto il disastro è intestato a una tredicenne, mentre il padre della ragazza è il presunto proprietario dell’attività illecita. L’uomo è stato denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo e detenzione illegale di materiale esplodente. Le autorità stanno indagando sulla fabbrica e sull’importante quantità di esplosivi ritrovati in loco.
La fabbrica abusiva e la produzione di candelotti “Kobra”
Le indagini hanno rivelato che la fabbrica illegale era specializzata nella produzione di candelotti di fuoco noti come “Kobra”. Questi esplosivi, molto potenti e pericolosi, sono spesso utilizzati per spettacoli pirotecnici non autorizzati e per festeggiamenti di diverso tipo. Nel corso dell’operazione, i Carabinieri hanno rinvenuto un notevole quantitativo di 154 mila candelotti nella zona di Francolise, nel Casertano. Questi numeri indicano una produzione insidiosamente elevata, che si preparava a entrare nel mercato in prossimità delle festività di fine anno, momento in cui cresce il consumo di fuochi d’artificio.
Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per capire l’esatta portata dell’operazione e le eventuali responsabilità coinvolte. È emerso che la fabbrica stava operando senza alcuna autorizzazione legale, rappresentando così una grave minaccia per la sicurezza pubblica. Inoltre, gli inquirenti stanno approfondendo il legame tra l’attività e il traffico illegale di esplosivi nella regione.
Gli sviluppi delle indagini e il ruolo del padre
Il padre della tredicenne, un uomo di 38 anni di origini napoletane, è stato arrestato e denunciato con diverse accuse gravi. Oltre all’omicidio colposo plurimo aggravato e al disastro colposo, l’uomo è accusato di detenzione illecita di materiale esplodente. Le indagini sono in continua evoluzione e non si escludono ulteriori iscrizioni nel registro degli indagati, soprattutto con l’avvio del processo per le autopsie delle vittime.
Il fascicolo è stato affidato alla sezione “Lavoro e colpe professionali” della Procura di Napoli, e il pm Stella Castaldo, assieme al procuratore aggiunto Simona Di Monte, sta conducendo le operazioni di indagine per far luce su quanto accaduto e sulle responsabilità legate all’attività illecita. La situazione si configura come una drammatica intersezione tra illegalità, lavoro non autorizzato e una tragica perdita di vite umane.
Il dolore delle famiglie e la reazione pubblica
L’accaduto ha scosso profondamente la comunità locale, istaurando un clima di grande dolore e shock. Le vittime, un diciottenne albanese di nome Samuel e due gemelle di 26 anni, Sara e Aurora, hanno lasciato un vuoto incolmabile tra familiari e amici. La madre delle gemelle, Lucia Occhibelli, ha espresso il suo immenso dolore attraverso un post sui social, accompagnato da immagini e un video delle sue figlie. Le parole di Lucia, cariche di disperazione, hanno suscitato una fervente ondata di solidarietà tra gli utenti del web, che hanno riempito il suo profilo di messaggi di cordoglio e vicinanza in questo momento tragico.
Questo tragico episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza legata all’uso non autorizzato di esplosivi e sulla necessità di un maggiore controllo su attività potenzialmente pericolose. La comunità si trova ora a fare i conti con una perdita inaccettabile e con le ripercussioni legali e sociali di un atto di violazione che ha portato a conseguenze devastanti.