Tragica esplosione ad Ercolano: dalla battaglia per la casa all’incidente mortale nella fabbrica abusiva

Un drammatico evento ha scosso Ercolano, dove un’esplosione avvenuta il 18 novembre ha portato alla morte di tre persone in un’abitazione precedentemente al centro di una controversa battaglia legale. Nel corso dell’anno, il proprietario della casa aveva denunciato un’occupazione abusiva e aveva cercato di riappropriarsi del suo immobile, coinvolgendo persino esponenti politici e giornalisti. Questo articolato contesto ha gettato una luce inquietante sugli eventi che hanno preceduto la tragedia.

La storia di un’abitazione contesa

L’immobile situato in contrada Patacca era divenuto un simbolo di una problematica complessa e tipica del contesto urbano italiano. Prima dell’esplosione, era emerso come il teatro di una battaglia legale tra il legittimo proprietario, un uomo di 38 anni, e un anziano che era entrato nel possesso dell’appartamento, sostenendo di avere un contratto d’affitto con l’ex proprietario. Questa situazione ha animato un acceso dibattito pubblico, culminato in manifestazioni di sostegno a favore del proprietario che si erano svolte nei mesi precedenti all’incidente.

Il proprietario, il quale ha successivamente affrontato gravi accuse, tra cui l’omicidio colposo, aveva postato dirette sui social media per documentare le sue difficoltà e chiedere aiuto. In questi video, l’uomo si mostrava disperato, raccontando di essere stato costretto a dormire in automobile con la moglie incinta e la figlia di 12 anni, mentre cercava di riottenere il controllo della sua proprietà. Questo dramma personale aveva attratto l’attenzione di diverse persone, includendo attivisti e politici locali, che si erano interessati anche delle condizioni degli animali che vivevano nella casa.

La sua battaglia si era conclusa nel mese di agosto 2023, quando era riuscito finalmente a rientrare in possesso dell’immobile. Tuttavia, le contraddizioni nella sua storia e il contesto di illegalità della fabbrica di fuochi d’artificio che successivamente era sorta nell’abitazione pongono interrogativi sui meccanismi di occupazione e affitto in situazioni di emergenza come quella descritta.

L’esplosione e le sue tragiche conseguenze

Il giorno dell’esplosione, che si è verificata nel tardo pomeriggio, la forza dell’esplosione è stata devastante. Il primo corpo recuperato è stato quello di Samuel Tfaciu, un giovane di 18 anni, la cui vita era già segnata dalla nascita di una figlia di soli quattro mesi. La calamità ha colpito anche due giovani donne, sorelle di 26 anni, Aurora e Sara Esposito, che si trovavano nell’illecito noto come fabbrica di fuochi d’artificio al loro primo giorno di lavoro. L’assenza di misure di sicurezza e l’operatività illegale di questa attività industriale hanno sottolineato la gravità della situazione e il rischio intrinseco nel rientrare in possesso di una proprietà in un contesto così instabile.

Le indagini in corso hanno messo in evidenza non solo le specificità legate all’immediato impatto dell’esplosione, ma anche il contesto in cui si era svolta l’attività illecita. La Polizia Municipale di Ercolano aveva effettuato controlli sull’edificio, ma era stata ostacolata nell’accesso, rendendo difficile il monitoraggio della situazione. La parte giuridica della vicenda è ulteriormente complicata dalla presenza di una precedente occupazione e dalla potenziale responsabilità del proprietario nella gestione della fabbrica abusiva.

Le indagini e le reazioni istituzionali

Il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha espresso la propria preoccupazione per gli eventi tragici e ha evidenziato la necessità di un’analisi approfondita per comprendere come si sia potuti arrivare a una situazione tanto drammatica. Il 38enne, il cui comportamento è stato oggetto di critica e indagine, ha presentato se stesso ai carabinieri alcune ore dopo l’incidente, assieme al suo avvocato, sollevando ulteriori interrogativi sulla sua reale responsabilità in merito all’operatività della fabbrica di fuochi.

Le autorità sono ora impegnate nel compito di ricostruire gli eventi accaduti dopo il rientro in possesso dell’immobile e di chiarire se l’impianto fosse gestito dal proprietario o da terzi. Le indagini proseguono in un contesto di grande tensione e richiesta di giustizia per le vittime e le loro famiglie, le quali cercano risposte e responsabilità in merito a una tragedia che ha scosso profondamente la comunità.

Published by
Valerio Bottini